USA - Il procuratore generale Merrick Garland sospende le esecuzioni federali

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02 Luglio 2021 :

Il procuratore generale Merrick Garland sospende le esecuzioni federali e ordina la revisione delle norme in materia introdotte dall’amministrazione Trump.

"Sono state sollevate serie preoccupazioni riguardo all'uso della pena di morte in tutto il paese, compresa l'arbitrarietà nella sua applicazione, l'impatto sproporzionato sulle persone di colore e il numero preoccupante di persone che vengono riconosciute innocenti solo molti anni dopo una condanna a morte. Queste gravi preoccupazioni meritano uno studio attento, e valutazione da parte dei legislatori", ha detto Garland in una nota pubblicata giovedì.

Il portavoce della Casa Bianca, Andrew Bates, in una dichiarazione ha detto che il presidente Biden approva l’iniziativa del Procuratore Generale. ."Come il Presidente ha chiarito, egli nutre notevoli preoccupazioni sulla pena di morte e su come viene applicata, e crede che il Dipartimento di Giustizia dovrebbe tornare alla sua precedente prassi di non compiere esecuzioni".

Attualmente ci sono 46 uomini nel braccio della morte federale. Nei bracci della morte statali ci sono invece più di 2.500 uomini e donne, la cui sorte non dipende da questa direttiva di Garland.

"Il Dipartimento di Giustizia deve garantire che a tutti, nel sistema giudiziario federale, non solo vengano garantiti i diritti previsti dalla Costituzione e dalle leggi degli Stati Uniti, ma siano anche trattati in modo equo e umano", ha affermato Garland nella sua nota. "Questo obbligo ha una forza speciale nei casi capitali".

Garland ha detto nel suo promemoria che lal vice procuratrice generale, Lisa O. Monaco, supervisionerà una revisione delle politiche del Dipartimento di Giustizia relative alle esecuzioni federali che sono state attuate dall'ex procuratore generale William P. Barr. Ha chiesto che diverse divisioni del Dipartimento, tra cui l'Ufficio delle Prigioni, la Divisione Penale e la Divisione per i Diritti Civili, partecipino, insieme ad altre agenzie federali e gruppi di difesa esterni.

"Il Dipartimento di Giustizia deve prendersi cura di mantenere scrupolosamente il nostro impegno per l'equità e il trattamento umano nell'amministrare le leggi federali esistenti che disciplinano le condanne a morte", ha scritto Garland nel memorandum, citando i cambiamenti che il Dipartimento di Giustizia aveva apportato nel 2019 sotto l'ex procuratore generale William Barr alle politiche e procedure sulla pena di morte federale.

Barr, fortemente sollecitato da Trump, aveva riavviato il meccanismo delle esecuzioni federali che era rimasto fermo per 17 anni. Nonostante gli appelli di leader dei diritti civili, celebrità, legislatori e attivisti anti-pena di morte per fermare le esecuzioni, 12 uomini e una donna sono stati giustiziati durante gli ultimi sette mesi del mandato dell'ex presidente Donald Trump.

La direttiva di Garland includerà una revisione delle modifiche ai regolamenti apportate nel 2020 sotto Barr che hanno ampliato i metodi di esecuzione consentiti oltre l'iniezione letale, includendo anche l’uso del plotone di esecuzione.

A febbraio, durante l'udienza di conferma in Senato, Garland aveva affermato che il numero di casi di condanne ingiuste che si sono verificate in tutto il paese gli avevano imposto una “pausa di riflessione”.

Durante la campagna elettorale, Biden aveva preso posizioni più nette contro la pena di morte, prospettando non solo la “moratoria” (seppure informale) annunciata oggi, ma una vera e propria “abolizione della pena di morte federale”. Recentemente Biden è stato oggetto di forti polemiche (vedi NtC 15 e 16 giugno 2021) da parte dei media progressisti per la decisione del Dipartimento di Giustizia di cercare di ottenere dalla Corte Suprema l’annullamento dell’annullamento della condanna a morte di Dzhokhar Tsarnaev, il giovane ceceno che nel 2013 aveva collocato una bomba lungo il percorso della Maratona di Boston uccidendo 3 persone. In quel caso Biden si era affidato ad una imbarazzata dichiarazione di Bates in cui veniva richiamata “l’autonomia del Dipartimento”. Nel caso l’amministrazione Biden dovesse ritirare le motivazioni presentare alla Corte Suprema degli Stati Uniti, la richiesta di riemettere la condanna a morte contro Tsarnaev (un iter giudiziario iniziato dall’amministrazione Trump) verrebbe annullata.

Gli oppositori della pena di morte non sono soddisfatti dell’iniziativa del Procuratore Generale, che considerano troppo timida.

Robert Dunham, Direttore del Death Penalty Information Center: "Se la revisione che farà il Dipartimento è così limitata come suggerisce il memorandum - cioè, affronta solo le cose che l'amministrazione Trump ha fatto per accelerare le esecuzioni ed espandere i metodi disponibili per uccidere i detenuti federali - a malapena scalfisce la superficie della riforma della pena di morte. In poche parole, se l'amministrazione non abroga o commuta, non sta prendendo provvedimenti per porre fine alla pena di morte federale. Potrebbe fare riforme, ma non sta adempiendo all'impegno della campagna di Biden".

L'organizzazione Witness to Innocence ha fatto eco ai sentimenti di Dunham, twittando che l'azione del Dipartimento di Giustizia è un "passo nella giusta direzione, ma non abbastanza. Biden può e deve commutare le condanne a morte federali”.

Suor Helen Prejean, una delle più note attiviste statunitensi contro la pena di morte, ha commentato: "Mentre una moratoria sulle esecuzioni federali ha un valore simbolico, abbiamo visto il pericolo di mezze misure che non affrontano completamente la fondamentale fragilità del nostro sistema di pena di morte. È necessario di più".

https://www.nytimes.com/2021/07/01/us/politics/executions-pause-merrick-garland.html
https://edition.cnn.com/2021/07/01/politics/federal-executions-halted-merrick-garland/index.html
https://www.washingtontimes.com/news/2021/jul/2/advocates-say-doj-federal-execution-moratorium-not/

 

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