08 Giugno 2015 :
3 sondaggi nazionali sulla pena di morte sono stati diffusi nei giorni scorsi, e ognuno ha dato risultati diversi dagli altri sulla domanda principale: è meglio la pena di morte o l’ergastolo senza condizionale? Per 2 sondaggi la maggioranza degli statunitensi preferirebbe l’ergastolo, per 1 sondaggio preferirebbe la morte. Ma quando in uno dei sondaggi pro-ergastolo viene aggiunta l’ipotesi terrorismo, il risultato cambia radicalmente. Il 1° giugno (vedi) è stato diffuso il sondaggio Quinnipiac University, secondo il quale 48% sono pro-ergastolo, e 43% pro-morte. Il 4 giugno (vedi) è stato diffuso il sondaggio Gallup, secondo il quale 45% sono pro-ergastolo, e 50% pro-morte. Il 4 giugno (vedi) è stato diffuso anche il sondaggio ABC News/Washington Post, secondo il quale 52% sono pro-ergastolo, e 42% pro-morte. Il sondaggio più accurato è quello della Quinnipiac, che ha un campione di 1700 intervistati, mentre gli altri 2 lo hanno di 1000. Ma è proprio il sondaggio Quinnipiac che forse spiega dati tanto diversi. Quinnipiac aggiunge due ipotesi: in caso di terrorismo, e nel caso di Tsarnaev, il giovane di origine cecena che una giuria popolare federale il 15 maggio (vedi) ha condannato a morte per la strage alla Maratona di Boston. Nell’ipotesi “terrorismo” generica, la percentuale diventa ergastolo 36% contro morte 58%. Nell’ipotesi “terrorismo” con esplicito riferimento a Tsarnaev la percentuale pro morte aumenta ancora, e sale al 62%, e scende al 34% l’opzione pro-ergastolo. Con queste ampie variazioni, una media dei 3 sondaggi potrebbe essere calcolata così: alla domanda “secca” tra ergastolo e morte, in media gli americani hanno risposto 48,3% ergastolo, 45% morte. L’inserimento in uno dei 3 sondaggi delle ipotesi terrorismo inverte il risultato, e la media risulta essere circa 51% morte e circa 44% ergastolo.