16 Aprile 2015 :
13 stati hanno scritto alla Corte Suprema sollecitando l’approvazione del protocollo d’esecuzione dell’Oklahoma, che la corte inizierà a discutere il 29 aprile. Gli stati, Alabama, Arizona, Arkansas, Colorado, Connecticut, Georgia, Idaho, Louisiana, Nevada, Tennessee, Texas, Utah e Wyoming, hanno presentato un “amicus brief” in cui sostengono la piena rispondenza del protocollo dell’Oklahoma alla Costituzione e al suo Ottavo Emendamento che proibisce le punizioni crudeli e inusuali. Spiegano che il protocollo ha dovuto recentemente essere modificato per la difficoltà a reperire i farmaci letali, e che comunque il protocollo è stato utilizzato già 11 volte in Florida senza che si registrassero problemi. Gli stati sollecitano un rigetto del ricorso intentato da un gruppo di condannati a morte in quanto il ricorso sarebbe strumentale, e volto solo a ottenere rinvii e possibilmente annullamenti. “È necessario bloccare la valanga di ricorsi che hanno paralizzato le esecuzioni in molti stati”. Nel brief i 13 stati suggeriscono alla Corte di fissare regole chiare, ad esempio quella di chiedere, a chi contesta un protocollo di esecuzione, di proporne uno alternativo che giudica adeguato. Un brief Amicus curiae (tradotto letteralmente significa "amico della corte") è l’iniziativa giuridica con la quale, chiunque non sia parte in causa, offra volontariamente informazioni o pareri alla corte su un aspetto della legge o su altre parti del caso, per aiutare la corte a decidere. La decisione sull'ammissibilità dell'informazione è a discrezione della corte. Il caso in discussione davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti è Glossip v Gross. Il 23 gennaio 2015 (vedi) la Corte accolse il ricorso di un gruppo di condannati a morte (il primo dei quali era Richard Glossip) contro l’uso del Midazolam, il primo dei 3 farmaci del protocollo dell’Oklahoma, e che recentemente è stati utilizzato in alcune esecuzioni “difettose”.