21 Novembre 2024 :
18/11/2024 - UNIONE EUROPEA. Dichiarazione dell'UE dopo il voto alla 79a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sul progetto di risoluzione sulla moratoria sull'uso della pena di morte A/C.3/79/L.37
Presidente,
ho l'onore di parlare a nome dell'Unione europea e dei suoi Stati membri.
I Paesi candidati Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, Albania, Ucraina, Repubblica di Moldova, Bosnia-Erzegovina e Georgia, nonché Andorra e San Marino si associano a questa dichiarazione.
L'UE e tutti i suoi Stati membri sono orgogliosi di far parte della Task Force interregionale che presenta questa risoluzione biennale in Terza Commissione. Ringraziamo tutti gli Stati membri che oggi hanno votato sì a questa importante risoluzione.
Il risultato del voto di oggi dimostra chiaramente il continuo slancio per realizzare la promessa e l'impegno di abolire la pena capitale, come stabilito dall'articolo 6.2 del Patto internazionale sui diritti civili e politici. Il crescente sostegno alla risoluzione conferma l'emergente consenso internazionale e la consapevolezza che la pena di morte è una punizione crudele, inumana e degradante, incompatibile con il diritto inalienabile alla vita e alla dignità umana.
Questa concezione è anche chiaramente supportata da prove. Il rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite sull'uso della pena di morte evidenzia che essa continua a essere applicata in modi non conformi agli obblighi degli Stati ai sensi del diritto internazionale. Un numero sempre crescente di prove dimostra che la pena di morte continua a essere infettata dall'ingiustizia. Viene usata in modo discriminatorio contro i poveri e i più emarginati, che spesso non sono in grado di difendersi. Non ci sono prove conclusive del valore deterrente della pena di morte. Qualsiasi errore o fallimento della giustizia nell'applicazione della pena di morte è irreversibile e irreparabile.
Ad oggi, 3/4 di tutti i Paesi, circa 144 Stati, lo hanno riconosciuto e hanno già abolito la pena di morte, sia nella legge che nella pratica. L'anno scorso, il numero di Paesi che hanno effettuato esecuzioni ha raggiunto la cifra più bassa mai registrata. Allo stesso tempo, siamo profondamente preoccupati per l'aumento delle esecuzioni segnalate lo scorso anno - un aumento che è stato guidato da alcuni Stati che mantengono la pena di morte. Ma la tendenza globale è chiara: i Paesi che mantengono la pena di morte sono sempre meno e sempre più isolati.
Il sostegno interregionale di cui gode la risoluzione sulla moratoria dimostra che compiere passi verso l'abolizione della pena di morte non è una questione di “cultura” o “tradizione”. Stati di tutte le regioni del mondo, con sistemi giuridici, tradizioni, culture e contesti religiosi diversi, hanno abolito la pena di morte. È una questione di volontà politica e di impegno a rispettare, proteggere e realizzare tutti i diritti umani, senza discriminazioni.
Infine, dobbiamo ringraziare i nostri co-facilitatori, Italia e Argentina, per il duro lavoro e gli sforzi compiuti quest'anno per cercare di trovare un terreno consensuale intorno alla risoluzione. Grazie. (Non è chiaro chi abbia rilasciato questa dichiarazione, verosimilmente dovrebbe trattarsi dell’Ambasciatore dell’Unione Europea presso le Nazioni Unite, Stavros Lambrinidis. Ndt)
Il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) è il servizio diplomatico dell'Unione europea.