UN ITALO-AMERICANO IN FIN DI VITA VERRA’ GIUSTIZIATO IN IDAHO

Gerald Ross Pizzuto 1989-2008

15 Maggio 2021 :

Di Valerio Fioravanti

L’Idaho giustizierà un italoamericano: Gerald Ross Pizzuto. Diciamolo subito, il tipo non inspira simpatia, e nonostante l’Associated Press metta la definizione di “Italo-Americano” nel titolo della notizia, l’uomo è nato in California, seppure da genitori italiani.
Pizzuto, che ora ha 65 anni, è stato condannato a morte nel maggio 1986 per il duplice omicidio di Berta e Del Herndon, avvenuto nel 1985. Al momento dell’arresto, Pizzuto era anche ricercato per due omicidi avvenuti qualche mese prima nello Stato di Washington, quelli di Rita Drury e di John Jones. Tutti gli omicidi erano a scopo di rapina, con bottini di poche centinaia di dollari.
L’esecuzione di Pizzuto, che sarebbe la prima in quasi nove anni in Idaho, è stata fissata per il 2 giugno, nonostante l’uomo abbia un cancro alla vescica allo stadio terminale, disfunzioni cardiache rilevanti, episodi costanti di perdita di memoria e di disorientamento generale, e diabete. Al lettino dell’esecuzione dovrà essere portato in sedia a rotelle.
Il progetto giornalistico no profit “The Marshall Project”, che si occupa di casi controversi di giustizia penale, sta facendo rimbalzare la vicenda sui media. L’argomento, che negli Usa funziona meglio di tutti gli altri, è lo “spreco di denaro”. Perché spendere molto denaro per uccidere un uomo che è già in carcere da 36 anni, da 34 in isolamento nel braccio della morte, e che ha pochi mesi di vita?
Negli scorsi anni i suoi difensori avevano insistito sul basso quoziente intellettivo, 72 punti, che lo collocano appena 2 punti sopra il livello usualmente riconosciuto per la disabilità intellettiva. I ricorsi sono stati respinti, l’ultimo nel 2019, sostanzialmente perché la legge in Idaho (come in molti altri Stati) riconosce come “prova” del ritardo una certificazione ufficiale che sia stata rilasciata all’imputato prima che commettesse il reato, e quasi sempre pretende che questa certificazione sia stata rilasciata prima del compimento dei 18 anni. A causa del rischio di “simulazione”, una certificazione successiva, soprattutto se rilasciata durante la detenzione, non ha per le corti un livello probatorio sufficiente.
Pizzuto e un altro detenuto nel braccio della morte dell’Idaho, Thomas Creech, hanno citato in giudizio lo Stato per quella parte del protocollo di esecuzione che consente all’Amministrazione Penitenziaria di modificare l’iniezione letale secondo le proprie necessità, senza una verifica né del Parlamento, né di altre autorità politiche. Questa mancanza di trasparenza viene periodicamente sollevata dai difensori dei condannati a morte, e spesso accolta dalle corti federali. Poi interviene la Corte Suprema degli Stati Uniti, che fino a oggi ha sempre respinto questo tipo di ricorsi, e non c’è motivo di credere che l’attuale composizione della Corte Suprema, con i giudici ultraconservatori nominati da Trump, inverta la tendenza.
Un aggiornamento ci dice che l’11 maggio gli avvocati di Pizzuto hanno presentato una richiesta di “clemenza”. Argomentano che l’uomo è ricoverato da due anni nel centro clinico della prigione, e i medici penitenziari confermano che non ha un anno di vita.
Gli avvocati ricordano alcune circostanze che all’epoca del processo la giuria popolare non ritenne sufficiente a costituire un’attenuante. A partire dai 6 anni, Pizzuto è stato torturato, sodomizzato e picchiato duramente dal suo patrigno, che in diverse occasioni lo ha anche “venduto” a scopo sessuale ai suoi amici. Come hanno testimoniato i fratelli, il patrigno li picchiava con una frusta, un pungolo per bovini, un frustino da cavallo e grossi bastoni. A volte Pizzuto e i fratelli venivano costretti a dormire in una cuccia, e mangiare cibo per cani. Ha subito ripetute lesioni cerebrali e ha avuto problemi a comunicare, mantenersi pulito e relazionarsi con gli altri bambini.
“Il signor Pizzuto non ha mai avuto una possibilità nella vita. È stato torturato in modi inimmaginabili e sfregiato da violenze selvagge. Nessuno lo ha aiutato. Anche se è troppo tardi per salvare quel bambino, non è troppo tardi per mostrare pietà a Jerry Pizzuto”.
È vero: Pizzuto, crescendo, è diventato un uomo cattivo, e con le sue vittime è stato feroce, e anche stupido. Forse, come dice Marshall Project, si potrebbe pensare di risparmiare qualche dollaro e lasciarlo morire naturalmente. Oppure, come dicono i suoi avvocati d’ufficio, un attimo di pietà dovrebbe essere mostrato anche nei suoi confronti.

 

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