PENA MORTE: ITALIA LAVORA PER RILANCIO MORATORIA

Un'immagine della conferenza stampa

13 Settembre 2013 :

L'Italia sta lavorando per costituire un gruppo di paesi che riprendano la campagna per la moratoria della pena di morte nel mondo. Lo ha reso noto il ministro degli
Esteri Emma Bonino in Senato nel corso di una conferenza stampa promossa da Nessuno tocchi Caino e dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, che lanciano un allarme sul numero record di esecuzioni registrate nell’ultimo mese in Iran, Iraq, Arabia Saudita, Somalia e Corea del Nord.
Bisogna lavorare con le Ong e anche a livello parlamentare perché "i segnali da molte parti sono negativi", ha aggiunto Bonino, sottolineando che l'Italia affronterà la questione già la settimana prossima all’Assemblea generale dell'Onu e sta preparando una conferenza in Sierra Leone con Nessuno tocchi Caino, che si terrà prossimamente.
Per Bonino è anche "indispensabile" concentrare nuova attenzione sulla Corte Penale Internazionale perchè ci sono "vari tentativi di indebolirla", sia apportando tagli al bilancio della Corte, sia con segnali che vengono lanciati da paesi come il Kenya che in sede parlamentare ha manifestato l'intenzione di voler uscire dalla Corte.
Bonino riprende poi un passato slogan lanciato dal Partito Radicale all'epoca del processo al dittatore iracheno Saddam Hussein. Nessuno tocchi Assad?, viene chiesto al Ministro in riferimento al futuro del presidente siriano. "Da radicale mi ricorda ''Nessuno tocchi Saddam", ha risposto il Ministro aggiungendo: "L'Unione europea ha chiesto il deferimento alla Corte penale internazionale (per Assad, ndr)" e in questa fase "di dialogo la voce europea si farà strada".
"Non e' la posizione del governo", ha poi risposto Emma Bonino ad una domanda sulla proposta di messa al bando dei droni formulata dal segretario di Nessuno tocchi Caino, Sergio D'Elia, che ha denunciato l'uso dei droni come assimilabile alle “esecuzioni extragiudiziarie”, che provocano vittime soprattutto civili, anche americane. D’Elia ha auspicato che la questione dei droni sia oggetto di trattati come le altre armi di distruzione di massa.
 

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