PENA DI MORTE. NESSUNO TOCCHI CAINO: L'UE NON CEDA AL RICATTO LIBICO

11 Luglio 2007 :

i dirigenti di Nessuno tocchi Caino, Sergio D'Elia, segretario dell'associazione e deputato radicale della Rosa nel Pugno ed Elisabetta Zamparutti, tesoriere, hanno così commentato la notizia della condanna a morte in Libia delle cinque infermiere bulgare e del medico palestinese: "Era un esito previsto questo della condanna da parte della Corte Suprema delle cinque infermiere bulgare e del medico palestinese, frutto della strategia libica, che l'UE ha accettato, volta ad ottenere un "prezzo del sangue" di stampo coranico. Una vicenda che ha tutte le caratteristiche di un vero e proprio sequestro operato dalla Libia per estorcere denaro alla Bulgaria e all'Unione Europea. Dopo la condanna a morte dei sei nel maggio 2004, la Commissione UE aveva stanziato due milioni di euro per un piano di azione, varato nel novembre 2004, per fornire assistenza al Centro di Bengasi. Successivamente nel gennaio 2005 la Corte Suprema libica ha annullato le condanne a morte. A fronte della notizia di oggi è evidente che la Libia ha preferito giocare al rialzo della somma del riscatto anche a fronte dell'annuncio di ieri sera, da parte della Fondazione Gheddafi, un'associazione umanitaria presieduta dal figlio del presidente libico, in base al quale era stato accettato dalle famiglie dei bambini infettati dal virus un indennizzo da parte di un fondo speciale di assistenza alle vittime creato nel 2005 da Tripoli e Sofia sotto l'egida dell'Unione europea per sostenere le famiglie dei bambini malati.
Per risolvere il caso, l'UE eviti di cedere al ricatto ma faccia sentire alla Libia tutto il peso politico affinchè siano rispettati in quel paese i diritti umani fondamentali ed introdotta una moratoria delle esecuzioni capitali."
 

altre news