PENA DI MORTE. NESSUNO TOCCHI CAINO, IRAN SECONDO PAESE NEL MONDO PER ESECUZIONI CAPITALI

Impiccagioni pubbliche in Iran

23 Ottobre 2008 :

E' un triste primato quello che l'associazione 'Nessuno tocchi Caino' riconosce oggi all'Iran: con 228 esecuzioni nei primi nove mesi del 2008 il Paese si conferma, come l'anno scorso, al secondo posto per il numero di condanne a morte eseguite e, insieme a Cina e Arabia Saudita, sale cosi' sul podio dei primi tre Stati-Caino al mondo.
I dati - resi noti dal rapporto “Iran: pena di morte e non solo”, presentato oggi da Elisabetta Zamparutti e dalla leader della Resistenza Iraniana Maryam Rajavi alla Camera dei Deputati - emergono da un monitoraggio dei principali quotidiani iraniani e dalle notizie direttamente fornite da organizzazioni umanitarie. Ma, avverte l'Associazione che si batte contro la pena di morte, 'i numeri reali potrebbero essere ancora piu' alti, perche' le autorita' iraniane non forniscono statistiche ufficiali'.
L'Iran si era 'distinto' per l'alto numero di condanne, eseguite con l'impiccagione pubblica che avviene di solito tramite delle gru o piattaforme basse per assicurare una morte piu' lenta e dolorosa, gia' nel 2007, quando erano state messe a morte almeno 355 persone, un terzo in piu' rispetto al 2006 quando le esecuzioni erano state almeno 215.
Capitolo particolarmente doloroso quello che riguarda i minorenni: nei primi nove mesi del 2008, secondo il Rapporto, almeno 7 minori sono stati giustiziati in Iran, 'l'unico paese al mondo in cui risulta sia stata praticata nel 2008 la pena di morte nei confronti di persone che avevano meno di 18 anni al momento del reato'.
'Nessuno tocchi Caino' lancia l'allarme anche per la 'qualita' e la 'varieta' dei reati che comportano la pena capitale, molti dei quali non rientrano nella categoria dei 'crimini piu' gravi'. Ecco allora che in Iran si puo' morire impiccati per adulterio, per 'corruzione e altri reati di natura economica', per produzione di materiale pornografico, per apostasia, per reati legati alla droga. In quest'ultimo caso, denuncia l'associazione, molte volte si tratta di un pretesto per mettere a morte oppositori politici. Inoltre, 'nel nome della guerra agli stupefacenti sono state effettuate almeno 72 esecuzioni nei primi nove mesi del 2008'.
Altro pretesto, secondo il Rapporto, per eliminare oppositori politici, in particolare quelli delle minoranze etniche iraniane come curdi, beluci, azeri e ahwazi, e' la 'lotta al terrorismo'.
Infine l'indagine condotta da Nessuno tocchi Caino mira a sottolineare che in Iran 'non c'e' solo la pena di morte: secondo i dettami della Sharia iraniana ci sono anche torture, amputazioni degli arti, fustigazioni e altre punizioni crudeli, disumane e degradanti'.
'Non si tratta di casi isolati e questi avvengono in aperto contrasto con il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici che l'Iran ha ratificato e queste pratiche vieta'.
‘Mentre molti sono disposti a riconoscere e tentare di impedire la minaccia alla pace e alla sicurezza mondiale rappresentata dal Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, sono invece pochi - conclude Nessuno tocchi Caino - quelli che intendono riconoscere e impedire la minaccia quotidiana, reiterata e praticata da decenni, che il regime di Teheran costituisce nei confronti del suo stesso popolo".    
 

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