NIGERIA, 175 GRAZIATI IN UN SOLO GIORNO PER RICUCIRE LE FERITE DEL PASSATO

Il presidente nigeriano Bola Tinubu

18 Ottobre 2025 :

Sergio D’Elia su l’Unità del 18 ottobre 2025

In una mossa senza precedenti il Presidente della Nigeria, Bola Ahmed Tinubu, ha graziato 175 persone. Assecondando una legge fondamentale della fisica, in un solo atto, la freccia del tempo è scattata sia in avanti che all’indietro: passato, presente e futuro sono stati colti di sorpresa in un momento di amore per la vita oltre la morte. La grazia ha fatto i conti con la storia della nazione, ha onorato la memoria delle vittime dell’ingiustizia passata, ha riconosciuto l’innocenza rinata nell’uomo della pena cancellando la colpa di quello del delitto, ha seminato la speranza tra i condannati alla pena di morte, a vita e fino alla morte. Ha salvato uomini e donne di ogni genere, di ogni età e ogni ceto sociale, di ogni origine e pensiero politico. Minatori illegali e colletti bianchi, piccoli consumatori e spacciatori di droga, militari e pacifisti, tutti uniti in un unico destino di giustizia riparativa. Una riparazione degli errori del passato per alcuni, un riparo per al tri dal pericolo del carcere e financo dalla morte.
Con le grazie postume concesse, il Presidente ha pareggiato i piatti della bilancia, corretto le più gravi ingiustizie della storia del paese e promosso la guarigione nazionale. Sir Herbert Macaulay, un’icona della lotta per l’indipendenza della Nigeria, era stato condannato nel 1913 dai coloni inglesi per fatti che molti storici considerano inesistenti. Fu interdetto dai pubblici uffici e portò con sé lo stigma della condanna fino alla sua morte nel 1946.
Con il gesto di Tinubu, decenni dopo, la sua fedina penale è tornata immacolata.
Il Maggiore Generale Mamman Vatsa, poeta ed ex Ministro del Territorio della Capitale Federale sotto il regime di Babangida, fu fucilato il 5 marzo 1986, dopo che un tribunale militare segreto lo aveva dichiarato colpevole di un tentato colpo di stato. Il caso attendeva da tempo un processo di revisione che la grazia presidenziale di fatto ha concluso con la sua piena riabilitazione.
Con un’importante mossa simbolica, il Presidente ha approvato la grazia postuma anche per i “Nove Ogoni”, gli attivisti ambientali e politici guidati dallo scrittore Ken Saro-Wiwa, impiccati dalla giunta militare del generale Abacha il 31 ottobre del 1995. La loro esecuzione, avvenuta dopo appena dieci giorni la fine di un processo segreto, è stata il culmine di una brutale repressione delle proteste pacifiche contro l’inquinamento causato dalle attività petrolifere della Shell nel loro territorio, l’Ogoniland. Erano accusati dell’omicidio di quattro capi tradizionali Ogoni che si opponevano al movimento.
Insieme alla grazia per i “Nove Ogoni”, il Presidente Tinubu ha conferito onorificenze nazionali ai “Quattro Ogoni”, un gesto di riconciliazione postuma tra i membri della comunità e di riconoscimento anche dei loro sacrifici.
La clemenza forse più significativa è quella concessa a decine di detenuti ignoti. Aluagwu Lawrence, 47 anni, era stato condannato per spaccio di canapa indiana. Ben Friday, 60 anni, per possesso di marijuana. Adesanya Olufemi Paul, 61 anni, per furto. Daniel Bodunwa, 43 anni, per aver falsificato una ricevuta di acquisto di terreni. Nwogu Peters, 67 anni, per frode. Chinedu Stanley, 34 anni, per contraffazione di olio lubrificante. John Omotiye, 28 anni, per atti di vandalismo. Sono stati graziati anche 41 condannati per attività minerarie illegali. Il senatore Ikra Aliyu Bilbis aveva firmato un impegno a farsi carico della loro riabilitazione e reinserimento nella società.
In totale, il Presidente ha concesso la clemenza a 82 detenuti e ha ridotto le pene detentive di altri 65. Ha considerato la loro lunga detenzione con buona condotta, la loro età avanzata o la loro giovinezza, ha manifestato misericordia per la loro malattia terminale, ha apprezzato col perdono il loro impegno nella formazione professionale e la frequenza alla National Open University of Nigeria.
Inoltre, la pena di sette detenuti nel braccio della morte è stata commutata in ergastolo. Un’altra condannata a morte, Maryam Sanda, 37 anni, è stata invece pienamente graziata, dopo aver trascorso in carcere sei anni e otto mesi per omicidio colposo. Per la sua buona condotta, il suo rimorso e un nuovo stile di vita, era diventata una detenuta modello. La sua famiglia ha implorato il suo rilascio, anche nel migliore interesse dei suoi due figli.
È una goccia nel mare se si considera che in Nigeria ci sono ancora quasi 80.000 detenuti nelle carceri e oltre 3.500 persone nel braccio della morte, uno dei più sovraffollati al mondo. Resta, però, il grande valore morale e politico del gesto del Presidente Tinubu. Un atto che mira a sanare vecchie ferite, riabilitare e riconciliare. Un esempio che indica una via, non solo alla Nigeria, ma anche all’Africa e al mondo intero. Quella della giustizia temperata dalla compassione, della verità unita alla riconciliazione.

 

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