25 Febbraio 2025 :
24/02/2025 - IRAN. La sezione 39 della Corte Suprema ha respinto la richiesta di nuovo processo per i prigionieri politici Behrouz Ehsani e Mehdi Hassani, condannati a morte con l'accusa di baghy (ribellione armata), moharebeh (inimicizia contro Dio), efsad-fil-arz (corruzione sulla terra) per appartenenza all'Organizzazione Mojahedin del Popolo dell'Iran, e raccolta di informazioni classificate.
Esprimendo seria preoccupazione per l'eventualità di una loro esecuzione, IHR considera l'emissione e l'attuazione delle condanne a morte come parte della politica di diffusione della paura della Repubblica islamica. L'organizzazione invita la società civile iraniana, le istituzioni per i diritti umani e la comunità internazionale a intensificare gli sforzi per abolire la pena di morte e porre fine alle esecuzioni in Iran.
Secondo la figlia di Mehdi Hassani, Maryam Hassani, l'appello del padre è stato respinto dalla sezione 39 della Corte Suprema. L'agenzia HRANA ha riferito che anche l'appello di Behrouz Ehsani è stato respinto.
Behrouz e Mehdi sono stati condannati a morte con l'accusa di baghy (ribellione armata) e moharebeh (inimicizia contro Dio) per “appartenenza all'Organizzazione Mojahedin e raccolta di informazioni classificate” dalla sezione 26 del Tribunale rivoluzionario di Teheran. All'inizio di gennaio è stato comunicato loro che la sentenza era stata confermata dalla Corte Suprema. Il 26 gennaio sono stati trasferiti dalla prigione di Evin a quella di Ghezelhesar, facendo temere un'imminente esecuzione. All'epoca, i loro avvocati avevano dichiarato di aver fatto appello alla decisione che aveva temporaneamente bloccato la loro esecuzione.
Behrouz e Mehdi erano membri della campagna abolizionista “No Death Penalty Tuesdays” (I martedì senza pena di morte) quando hanno ricevuto loro stessi la pena di morte nella 34a settimana della campagna. In uno spazio Twitter (X) ospitato da IHR per celebrare il primo anniversario del movimento, Maryam Hassani ha parlato delle torture a cui è stato sottoposto suo padre per estorcere false confessioni autoincriminanti.
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