03 Luglio 2015 :
una nuova analisi pubblicata dalla ONG Iran Human Rights mostra che più dei due terzi delle 570 persone giustiziate finora quest’anno in Iran erano state condannate per reati legati alla droga. Queste esecuzioni possono essere collegate ai finanziamenti per i programmi di lotta al narcotraffico stanziati tramite l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC) e finanziati dai Paesi europei, inclusi Francia e Germania.La ricerca della ong per i diritti umani Reprieve mostra che la Francia ha fornito più di 1 milione di euro alla Polizia Anti Narcotici dell'Iran (ANP) negli ultimi anni; mentre la Germania ha contribuito ad un progetto da 5 milioni di euro dell’UNODC che ha fornito alla ANP formazione e attrezzature.
I progetti dell’UNODC mirano ad incrementare il numero delle persone arrestate e condannate per droga, ma non impongono condizioni efficaci per garantire che il sostegno finanziario non contribuisca ad incrementare il numero di impiccagioni. Con l'Iran che attualmente pratica esecuzioni ad un ritmo così elevato e con il 69% delle esecuzioni legate a reati di droga, Reprieve invita l'UNODC ed i suoi finanziatori ad agire con urgenza per introdurre condizioni sul sostegno che essi forniscono.
Un certo numero di altri Stati europei, tra cui Regno Unito, Danimarca e Irlanda, hanno già ritirato i finanziamenti ad analoghi programmi UNODC in Iran, con il governo danese che ha riconosciuto come questi “portino ad esecuzioni". Tuttavia Francia e Germania si sono rifiutate di assumere impegni analoghi, e non hanno escluso di contribuire ad un nuovo stanziamento riservato di fondi Onu per l'ANP iraniana.
L'UNODC sta attualmente negoziando questo accordo della durata di cinque anni, e il capo dell'UNODC Yury Fedotov si è recato in Iran nel febbraio di quest'anno promettendo che un accordo sarebbe stato finalizzato "nei prossimi due mesi". Ha aggiunto che "nessun Paese può competere con l'Iran per quanto riguarda la quantità di stupefacenti scoperti e sequestrati." La ricerca di Reprieve ha scoperto che almeno 15 milioni di euro del sostegno europeo possono essere direttamente collegati ad arresti e impiccagioni di migliaia di persone - tra cui donne, minori e un certo numero di cittadini europei. In un caso del 2014, un ragazzo 15enne afgano, Jannat Mir, è stato impiccato con l'accusa di traffico di eroina attraverso il confine tra Afghanistan e Iran, nel periodo in cui l'UNODC sovrintendeva ad un'operazione sul confine da 5 milioni di euro.
Le linee guida sui diritti umani dell’UNODC prevedono che se le esecuzioni per reati legati alla droga continuano, l’organismo dovrebbe "assumere un blocco temporaneo o il ritiro del sostegno".
Maya Foa, responsabile del team sulla pena di morte di Reprieve, ha dichiarato:
"Anche se in Iran il tasso di esecuzioni arriva alle stelle, i Paesi europei come Francia e Germania continuano a finanziare le incursioni brutali da parte della polizia iraniana che inviano regolarmente persone nel braccio della morte per reati non violenti. In Iran 7 impiccati su 10 quest'anno sono stati catturati in questo tipo di operazioni, ma i finanziatori europei e l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine continuano a chiudere un occhio, e stanno anche considerando un nuovo finanziamento.
"E' un’ipocrisia insostenibile per i paesi europei e per l’UNODC quella di rivendicare opposizione alla pena di morte in tutte le circostanze pur permettendola e incoraggiandola all'estero. Se i loro impegni in materia di pena di morte valgono qualcosa, dovrebbero imporre condizioni efficaci e trasparenti per garantire che il loro aiuto non porti a esecuzioni."
(Fonti: Reprieve, 02/07/2015)