IRAN: GIUSTIZIATO NONOSTANTE LE RICHIESTE DI PERDONO

03 Ottobre 2019 :

Razgar Zandi è stato impiccato per omicidio il 1° ottobre nella prigione di Sanandaj. La notizia è stata riportata da IHR, secondo cui l’uomo aveva 24 anni, era padre di un bambino di 3 anni, ed era accusato di un omicidio commesso 4 anni fa.
IHR aggiunge che fuori dal carcere della città di Sanandaj si era radunata una grossa folla per chiedere ai parenti della vittima di non far giustiziare Zandi, ma senza successo. Come è noto, il codice penale iraniano prevede che l’omicidio (senza distinzione di grado tra premeditato, volontario o involontario) sia punito con “qisas”, che significa “restituzione dello stesso tipo”, ossia ritorsione, legge del taglione. In questo modo lo Stato pone sui familiari delle vittime la responsabilità delle esecuzioni. Nei casi “qisas” i familiari hanno la possibilità di perdonare, oppure di chiedere un “diya”, un risarcimento, termine che in italiano viene tradotto con “prezzo del sangue”. In molti casi in realtà i familiari della vittima vengono incoraggiati a porre personalmente il cappio al collo del condannato, e a volte anche a completare l’esecuzione togliendo la sedia da sotto i piedi del condannato.

 

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