INDIA: CORTE SUPREMA COMMUTA CONDANNA A MORTE IN ERGASTOLO

La Corte Suprema indiana

15 Novembre 2023 :

La Corte Suprema dell'India il 10 novembre 2023 ha commutato in ergastolo la condanna a morte di un uomo riconosciuto colpevole di omicidio, identificato come Madan, che ha oggi 64 anni e ha già trascorso più di 18 anni dietro le sbarre.
La Corte Suprema ha osservato che, sebbene il crimine abbia scosso la coscienza collettiva della società e rientri nella categoria dei casi “più rari tra i rari”, esiste la possibilità di cambiamento dell’omicida.
Il collegio di giudici composto da B.R Gavai, B.V Nagarathna e Prashant Kumar Mishra ha osservato che “il presente caso non è un caso in cui si possa ritenere che l’imposizione della pena di morte sia l’unica alternativa. Un altro motivo significativo è che dalle dichiarazioni dei testimoni risulta chiaro che il ruolo attribuito a tutti gli imputati è stato simile.
Secondo le testimonianze, il ruolo attribuito a tutti gli imputati, compresi entrambi i ricorrenti, è quello di aver sparato”.
“Secondo il rapporto sulla condotta carceraria presentato dal sovrintendente della prigione distrettuale di Baghpat, nello stato dell’Uttar Pradesh, il ricorrente Madan ha attualmente 64 anni. È in carcere da 18 anni e 3 mesi. Durante tutto questo periodo, non ha subito alcun provvedimento disciplinare.
Dal rapporto emerge inoltre che non è stato coinvolto in alcun tipo di lite o rissa in carcere. Dal rapporto emerge che ha rapporti cordiali con gli altri detenuti e che segue le regole del carcere. Dal rapporto emerge che trascorre il suo tempo impegnandosi in attività costruttive, come giocare e leggere libri”, hanno detto i giudici.
L'avvocato Anand Grover ha assistito Madan e un altro ricorrente.
Una denuncia (FIR) era stata depositata sulla base di una relazione scritta fornita dall'informatore Lokendra.
Secondo il FIR, una certa Vimla Devi, che era la madre di Ram Kishan, cugino di Lokendra, era candidata alle elezioni per il Gram Pradhan (consiglio locale); mentre la moglie di un certo Arshad era la candidata avversaria. Quando Vimla Devi venne eletta al Gram Pradhan insieme a Lokendra, il ricorrente (Madan) e i membri della sua famiglia provarono rancore. Quando i cugini di Lokendra raggiunsero la casa di Rashid, il ricorrente, armato di fucili e pistole, sarebbe arrivato da dietro iniziando a sparare indiscriminatamente. Successivamente gli altri imputati sarebbero entrati sparando nella casa di Rizwan.
Quando furono portati in ospedale, Rizwan, Rihan e Masooq Ali morirono a causa delle ferite riportate. Il funzionario inquirente ha poi registrato le dichiarazioni di altri testimoni, dopodiché ha ispezionato il luogo dell'incidente e i cadaveri sono stati inviati per l'esame autoptico.
Dopo aver concluso le indagini, è stato depositato in tribunale il verbale di accusa nei confronti degli imputati arrestati e dei latitanti.
Davanti al tribunale di prima istanza sono state formulate accuse contro i ricorrenti Madan e Sudesh Pal e altri imputati, vale a dire Kunwar Pal e Ishwar, per reati punibili ai sensi delle sezioni 148 e 449, sezione 302 e 149, sezione 307 e 149, sezione 323 e 149 del Codice penale indiano; mentre un'ulteriore accusa per reato punibile ai sensi della Sezione 25 della Legge sulle Armi del 1959 è stata formulata contro l'imputato Ishwar.
Successivamente, l'accusato Kunwar Pal è fuggito e il processo è iniziato contro il ricorrente Madan e il co-accusato Ishwar per l'accusa ai sensi della Sezione 25 della Legge sulle Armi, 1959.
Il tribunale di prima istanza osservò che i reati commessi dai ricorrenti rientravano nell'ambito dei casi “più rari tra i rari”, infliggendo la pena capitale ai ricorrenti ai sensi della sezione 302 e 149 del codice, mentre ha condannato l'imputato Ishwar all'ergastolo.
L'Alta Corte, nel commutare la condanna del ricorrente Sudesh Pal dalla pena capitale all'ergastolo, ha invece confermato la condanna a morte contro il ricorrente Madan e l'imputato Ishwar.
La Corte Suprema ha ritenuto che nel caso di specie i ricorrenti, insieme ad altri imputati, abbiano seguito persone innocenti e abbiano iniziato a sparare indiscriminatamente, in primo luogo, davanti alla casa di Rashid. “Per questo motivo due persone, Satendra e Sunil, sono morte sul colpo. Quando Masooq Ali, dopo aver sentito il rumore degli spari, è uscito di casa, gli imputati hanno sparato anche a lui”, ha aggiunto la Corte.
La Corte Suprema ha sottolineato essere sei i morti causati dal fuoco brutale aperto dai ricorrenti e da altri imputati e, basandosi sulle testimonianze, ha ritenuto che il ruolo attribuito a tutti gli imputati fosse simile e che le testimonianze dimostrerebbero che tutti gli imputati, compresi entrambi i ricorrenti, abbiano sparato indiscriminatamente.
“Il tribunale di prima istanza aveva imposto la pena capitale ai ricorrenti Madan e Sudesh Pal. Tuttavia, per quanto riguarda l'accusato Ishwar, sebbene le prove contro di lui siano simili, è stato condannato all'ergastolo. L'Alta Corte, pur confermando la pena di morte per il ricorrente Madan, ha parzialmente accolto il ricorso di Sudesh Pal e lo ha condannato all'ergastolo”, ha aggiunto la Corte.
La Corte Suprema ha quindi osservato, da un esame della sentenza dell'Alta Corte, che l'unica distinzione tracciata dall'Alta Corte tra i casi di Sudesh Pal e Madan sia l’elemento aggiuntivo che a Madan era già stato assegnato l'ergastolo in un altro caso.
La Corte Suprema ha quindi concluso che l'Alta Corte non aveva motivo di imporre la pena di morte al ricorrente Madan convertendo la pena di morte imposta a Sudesh Pal in ergastolo. Pertanto la Corte Suprema ha convertito la pena di morte (di Madan) in ergastolo, vale a dire in reclusione per un periodo di 20 anni senza remissione.
 

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