05 Febbraio 2014 :
il leader del Bangladesh Jamaat-e-Islami Abdul Kader Mollah, 65 anni, è stato impiccato nella prima esecuzione per crimini contro l'umanità e crimini di guerra in Bangladesh. Mollah è stato giustiziato alle 10:01 nel Carcere Centrale di Dacca, poche ore dopo che la Corte Suprema ha respinto la sua richiesta di rivedere la condanna a morte. Il 5 febbraio 2013, il leader del Jamaat-e-Islami era stato condannato all’ergastolo, dopo essere stato ritenuto colpevole per cinque dei sei capi di imputazione per crimini contro l'umanità e crimini di guerra durante il processo presso il Tribunale per i Crimini Internazionali del Bangladesh (ICT). In quanto membro della milizia Al-Badar durante la Guerra di Liberazione del 1971, Mollah è stato condannato, tra l’altro, per aver ucciso 344 civili. L’ergastolo dato a Mollah ha provocato proteste rabbiose per quasi due settimane a Dacca e in altre città. Il 17 settembre del 2013, dopo l’emendamento alla legge istitutiva dell’ICT, approvato il 17 febbraio e che ha permesso al Governo, al denunciante o informatore di appellarsi contro una sentenza di assoluzione o di condanna, la Corte Suprema del Bangladesh ha convertito la sua condanna a vita in condanna a morte. "Il Governo ha adempiuto ai suoi obblighi inviando due volte un magistrato dell’esecuzione pena per chiedergli se voleva ricorrere alla clemenza presidenziale", ha detto il Procuratore Generale Mahbubey Alam al Daily Star, ma in entrambe le occasioni Mollah si sarebbe astenuto dal farlo. "Attendiamo di conoscere le motivazioni della sentenza”, ha invece dichiarato il suo avvocato difensore, Abdur Razzaq, dopo la decisione della Corte. “Fino ad allora non può essere giustiziato e abbiamo tempo fino al 23 dicembre per il deposito della petizione di grazia come prevede il codice penitenziario.” Ma il Procuratore Generale Mahbubey Alam ha detto che "il codice penitenziario non era applicabile nel caso di Mollah". Abdul Kader Mollah è stato il primo a essere stato giustiziato per crimini commessi durante la Guerra di Liberazione del Bangladesh. Contro la sua esecuzione sono state mosse critiche da parte delle Nazioni Unite, di governi di vari Paesi e organizzazioni internazionali per i diritti umani, mentre un ampio sostegno è stato registrato da parte dell’opinione pubblica del Bangladesh.