14 Gennaio 2023 :
Valerio Fioravanti su Il Riformista del 13 gennaio 2023
Il 3 gennaio gli Stati Uniti hanno avuto fretta di chiudere la tradizionale “tregua natalizia”, e hanno giustiziato Scott/Amber McLaughlin. Non credo ci tenesse, ma passerà alla storia per essere stato il primo detenuto transessuale giustiziato negli Usa.
Gli americani sono molto politicamente corretti, e in quasi tutti gli articoli hanno chiamato McLaughlin “una donna transessuale”. Non ho un’opinione precisa, ma la cosa mi sembra comunque più complicata di così.
Scott McLaughlin, bianco, 19 anni fa, all’età di 30 anni, commise un reato molto “maschile”: violentò e uccise la fidanzata che lo aveva lasciato. Al processo la giuria popolare era rimasta impressionata dalla difficile infanzia dell’imputato: figlio di una prostituta alcolizzata e di un tossicodipendente, portatore di chiari postumi di sindrome feto-alcolica, spostato, assieme a due fratelli, tra varie famiglie affidatarie fino a quando, all’età di 5 anni, è stato adottato dai coniugi McLaughlin. Sembra che il padre, un poliziotto, usasse il manganello e addirittura il taser per punire i tre fratellini. I genitori adottivi avrebbero anche chiuso a chiave la cucina in modo che i bambini non potessero accedere al cibo e, secondo la richiesta di grazia presentata lo scorso dicembre, avrebbero strofinato feci sul viso dei bambini quando sporcavano.
I problemi di salute mentale di McLaughlin iniziarono a manifestarsi presto. Alle elementari gli avevano calcolato un quoziente intellettivo molto basso, 82 punti, e diagnosticato l’ADHD (Disturbo da deficit di attenzione/iperattività). A 8 anni un consulente scolastico aveva scritto che “la sua situazione psicologica era estremamente grave”. Cartelle cliniche successive ci dicono che McLaughlin è stato “coerentemente diagnosticato con disabilità intellettiva borderline” e “universalmente diagnosticato con danno cerebrale e sindrome alcolica fetale”, e ha combattuto la depressione che ha portato a “molteplici tentativi di suicidio”. Pur essendo certo che aveva ucciso la donna, la giuria votò perché non fosse condannato a morte, ma all’ergastolo. Il giudice aveva “scavalcato” la giuria e aveva emesso la condanna a morte. Un giudice federale nel 2016 aveva annullato la condanna a morte perché non erano state adeguatamente valutate le condizioni mentali dell’imputato, ma nel 2021 la Corte d’Appello aveva revocato l’annullamento per motivi procedurali.
Dal fatto che sia stato giustiziato capiamo che il governatore del suo Stato, il Missouri, non lo ha ritenuto meritevole di clemenza. Ma hanno ucciso l’uomo che aveva stuprato una donna, oppure una donna? Sappiamo che al sistema penale statunitense il “cambiamento”, la “risocializzazione” o la “rieducazione” del reo non interessa, ma nel caso McLaughlin eravamo davanti a un cambiamento piuttosto radicale, forse meritevole almeno di una pausa di riflessione. Certo, si può sempre sospettare che quello di McLaughlin sia stato soprattutto un espediente, un tentativo di prendere tempo. Ma possiamo anche pensare che sia stata una cosa reale, e allora davvero, mai come in questo caso, hanno ucciso una persona radicalmente diversa da quella che aveva commesso il reato.
Ma come fa un criminale chiuso in un braccio della morte a “diventare donna”? Intanto precisiamo, McLaughlin aveva fatto la transizione ormonale, non quella chirurgica. Ma anche così, non è che uno si alza la mattina, va nell’infermeria del carcere e chiede estrogeni, e glieli danno.
Il caso che fece scuola in Missouri è quello di James/Jessica Hicklin, oggi 43 anni, bianca. Hicklin venne arrestato nel 1995, a 16 anni, per un omicidio legato alla droga. Condannato all’ergastolo senza condizionale più 100 anni, nel 2016 ha citato in giudizio l’Amministrazione Penitenziaria, contestando una politica che proibiva la terapia ormonale per i detenuti che non la ricevevano prima dell’arresto. Ha vinto la causa nel 2018, e da allora è diventata mentore di altri detenuti transgender, tra cui McLaughlin.
Nel frattempo Hicklin, dopo 26 anni di detenzione, è stata scarcerata nel gennaio 2022 grazie a una rimodulazione della pena scaturita dal fatto che all’epoca del reato fosse minorenne. Quando McLaughlin aveva iniziato la transizione circa tre anni fa, aveva scritto a Hicklin per farsi consigliare su questioni come la consulenza psicologica e la sua sicurezza all’interno di una prigione di massima sicurezza.
Requiescat in pace Amber, che ho dovuto segnare con un asterisco nel data-base di Nessuno tocchi Caino nella colonna “sesso del giustiziato”.