15 Gennaio 2019 :
La Clemency Board l’11 gennaio 2019 ha dato parere favorevole unanime per il “perdono postumo” ai “4 di Groveland”, vittime di un grave errore giudiziario nel 1949.
Il 16 luglio 1949, Norma Padgett, 17 anni, bianca, di Groveland, accusò 4 giovani di colore di averla rapita e violentata. Gli uomini, in seguito noti come “i 4 di Groveland”, vennero localizzati e arrestati il giorno dopo.
Gli uomini erano Charles Greenlee, Walter Irvin, Samuel Shepherd ed Ernest Thomas.
Tre di loro vennero torturati fino a che due di loro confessarono.
Thomas, che inizialmente era fuggito, fu ucciso alcuni giorni dopo con 400 colpi di arma da fuoco da un gruppo di circa 1000 persone agli ordini dello sceriffo al termine di una caccia all’uomo. Greenville (che aveva 16 anni) venne condannato all’ergastolo, e Irvin e Shepherd vennero condannati a morte.
Tutti i processi furono tenuti con giurie popolari interamente composte da bianchi. Nel 1951 il verdetto di colpevolezza venne annullato, grazie al lavoro di un avvocato del NAACP (National Association for the Advancement of Colored People, la più antica e importante associazione per i diritti civile delle persone di colore), Thurgood Marshall, che in seguito diventerà giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti.
Durante il trasporto dei detenuti per un nuovo processo, uno sceriffo e il suo vice sostennero che Irvin e Shepherd avevano tentato di fuggire. Shepherd venne ucciso, e Irvin, ferito gravemente, si finse morto e in seguito sosterrà che la sparatoria era avvenuta a sangue freddo. Irvin venne ri-condannato a morte.
L’allora governatore LeRoy Collins esaminò personalmente il caso, e dicendosi non convinto della completa regolarità del processo nel 1955 ne commutò la condanna in ergastolo.
Irvin ottenne la libertà condizionale nel 1968, e morì due anni dopo.
Greenlee ottenne la libertà condizionale nel 1962, e morì nel 2012.
Nel 2016 il consiglio comunale di Groveland e il consiglio della Lake County approvarono una richiesta di scuse da rivolgere agli eredi degli imputati. La Camera della Florida votò all’unanimità una raccomandazione al governatore di Perdono Postumo, seguita il mese dopo dal Senato (CS/HCR 631). Il governatore allora in carica, Rick Scott, Repubblicano, non aveva compiuto i passi necessari a completare l’iter di perdono. Lo ha fatto il governatore entrante, Ron DeSantis, Repubblicano, in carica dall’8 gennaio.
DeSantis, come prevede la procedura, ha convocato, per la prima volta dall’inizio mandato, la Clemency Board e ha chiesto una opinione sul caso, rendendo contestualmente noto il suo parere positivo.
Un provvedimento postumo di “perdono” consente agli eredi di avviare la pratica per un risarcimento. Il 10 gennaio, un giorno prima dell’udienza della Parole Board, anche la testata “Orlando Sentinel” ha presentato le sue scuse per aver infiammato le passioni con la copertura razzista del caso nel 1949. In particolare, il giornale si è scusato per delle vignette pubblicate durante la camera di consiglio della giuria popolare, vignette che mostravano quattro sedie elettriche vuote con il titolo "Nessun compromesso!"
In un editoriale del Sentinel è scritto: "Siamo spiacenti per il ruolo di Orlando Sentinel in questa ingiustizia. Ci dispiace che il giornale a quel tempo abbia fatto poco o niente per cercare la verità. Ci dispiace che la nostra copertura dell'evento e delle sue fasi successive abbiano dato credibilità alla copertura e alla narrativa ufficiale e razzista." Non è chiaro al momento se il Governatore abbia già ratificato il provvedimento, o se lo farà nei prossimi giorni.