22 Febbraio 2025 :
Valerio Fioravanti su l’Unità del 22 febbraio 2025
In ambito protestante, quelli che noi chiamiamo sacerdoti, o preti, si chiamano “pastori”. Nelle intenzioni di Lutero questo voleva rimarcare, in polemica con il cattolicesimo, che la chiesa è una emanazione degli uomini, non di Dio. Non esistono persone che hanno ricevuto una particolare chiamata “sacra”, da Dio in persona, ma sono, più terrenamente, persone esperte della lettura delle Scritture, e che in nome di questa cultura sono in possesso dei rudimenti per essere “buoni pastori dei loro greggi”.
A volte le pecore si perdono, e conosciamo tutti la parabola del buon pastore che lascia il gregge principale per andare a cercare quella smarrita. Due storie di pastori protestanti negli Stati Uniti, apparse sui media a distanza di 24 ore, ci raccontano che a volte si smarriscono le pecore, e a volte, forse, i pastori.
In Texas, Steven Nelson, 37 anni, bianco, è stato giustiziato con un’iniezione letale il 5 febbraio 2025. Nel 2011, rapinando una chiesa, uccise un giovane pastore, e ferì gravemente l’anziana “perpetua”. Si trattava di una chiesa di culto Battista, anche se, immagino, la variante del culto risultasse del tutto indifferente al tossicodipendente Nelson, che cercava solo delle vittime facili. Dopo l’esecuzione un giornalista è andato ad ascoltare il sermone della domenica del pastore “senior” della stessa chiesa, Dennis Wiles, e visto che non aveva speso una parola per il giustiziato, ha pensato di intervistarlo su questo silenzio. “Come chiesa, quello che abbiamo fatto negli ultimi 14 anni è stato adempiere alla nostra responsabilità pastorale, e abbiamo pastorato la famiglia di Clint e la famiglia di Judy. La mia responsabilità, a mio parere, è quella di continuare a guidare questa chiesa e pascere quelle due famiglie”. Le due famiglie delle vittime.
Anche dopo il garbato sollecito del giornalista, non una parola per il criminale. Né di pietà, né niente. Come se la pecora smarrita, smarritissima, non rientrasse nemmeno di sfuggita nel disegno divino.
In Tennessee, nel braccio della morte, un’altra chiesa protestante, in questo caso Evangelica, ha autorizzato uno dei detenuti, Kevin Burns, a essere ordinato pastore.
Burns, figlio a sua volta di un pastore, a 19 anni era rimasto coinvolto come “palo” in una rapina costata la vita a due giovani. Riscoperta la Bibbia in carcere, a un certo punto, era diventato “vice” del pastore Kevin Riggs, che dalla locale chiesa Evangelica andava la domenica a officiare messa per i condannati a morte.
Riggs nel 2016 parlò con i suoi superiori dell’idea di ordinare Burns. Dopo attenta riflessione, si dichiararono d’accordo, ma non volevano che fosse un gesto spettacolare, di propaganda, o di pietà. Volevano che Burns seguisse lo stesso processo di ordinazione di ogni altro candidato “libero”.
Non gli è stato chiesto di laurearsi in seminario, questo non era possibile, ma dopo avergli fornito i libri necessari, e con il Pastore Riggs che gli ha fatto da tutor, quando è stato il momento di sottoporlo all’esame di abilitazione non gli sono stati fatti sconti. Superato il vaglio sulle sue conoscenze teologiche, sulla sua fede, sulla sua vocazione di ministro, sulla teologia, sulle Scritture, e su questioni sociali, il condannato Burns nel 2018 ha potuto celebrare un servizio di ordinazione nel braccio della morte, con i suoi genitori e sua sorella presenti insieme a Riggs e altri. L’amministrazione del carcere di Riverbend, ha detto, ha fatto l’impossibile per organizzare la funzione. Tutti hanno cantato inni e pregato. Riggs ha tenuto un discorso di ordinazione, poi Burns ha predicato e ha distribuito la comunione che per i Protestanti non avviene attraverso l’ostia, ma bevendo vino da un calice comune, e staccando un pezzo di pane da una pagnotta.
Da allora, negli ultimi 7 anni, è Burns che celebra messa nel braccio della morte, ed è lui che accompagna gli altri condannati nelle ore prima dell’esecuzione, sempre sperando che non tocchi a lui essere il prossimo. Riggs e altri volontari della chiesa madre spesso partecipano al rito domenicale e, viceversa, a Burns viene chiesto periodicamente di essere lui a tenere il sermone per i fedeli “esterni”. Può farlo utilizzando il diritto a telefonate settimanali di 30 minuti. Burns predica per telefono, e il suo mentore Riggs scherza con il giornalista che lo intervista, e racconta che alla sua congregazione piace quando è Burns a predicare: sanno che sarà limitato a 30 minuti, non come Riggs, che a volte parla un po’ più a lungo.
Storie di pastori, delle loro pecore nere, e delle forme misteriose che può prendere, o non prendere, la grazia.