13 Marzo 2019 :
Il governatore Gavin Newsom il 13 marzo formalizzerà una moratoria delle esecuzioni “almeno fino alla scadenza del mandato”. Newsom, 51 anni, bianco, Democratico, entrato in carica il 7 gennaio di quest’anno, in un comunicato ha reso noto che domani farà notificare a ognuno dei 737 detenuti del braccio della morte di San Quentin una sospensione a tempo indeterminato delle esecuzioni che lui terrà valida fino alla fine del suo mandato, nel gennaio 2023.
Inoltre, con i poteri che ha il Governatore, revocherà la legge che creava un nuovo protocollo di esecuzione basato su un singolo farmaco, e chiuderà la camera della morte a San Quintino, interrompendo anche i corsi di formazione del personale.
La legge sul nuovo protocollo di esecuzione non era ancora entrata in vigore, sia perché la California non effettua esecuzioni dal 2006, sia perché una serie di ricorsi la teneva ferma sia nelle corti statali che nelle corti federali.
Newson ha fornito alla stampa le sue motivazioni personali. "Non credo che una società civile possa rivendicare la propria leadership nel mondo finché il suo governo continua a esercitare il potere di morte, premeditato e discriminatorio, sul popolo". "In breve, la pena di morte è incoerente con i nostri valori fondativi, e confligge con ciò che è al centro di ciò che significa essere un californiano". Ha definito la pena di morte "un fallimento" che "ha discriminato gli imputati che sono malati di mente, di colore, o che non possono permettersi costose assistenze legali".
Sostiene inoltre che non funziona come deterrente, spreca denaro dei contribuenti ed ha l’insormontabile difetto di essere irreversibile e irreparabile in caso di errore umano".
La California dal 1978 ad oggi ha speso 5 miliardi di dollari per il suo braccio della morte”. "L'omicidio intenzionale di un'altra persona è sbagliato", ha detto, "e come governatore, non supervisionerò l'esecuzione di nessuno".Fonti del suo ufficio hanno fornito ulteriori motivazioni: il 60% delle persone condannate nello stato appartengono a minoranze razziali, ed è ormai appurato che nei confronti delle minoranze la giustizia è più severa. Le stesse fonti hanno inoltre ricordato che dal 1973 ad oggi 5 persone sono state completamente scagionate dopo aver subito una condanna a morte.
La California è il 6° stato in cui un governatore ha messo in atto una moratoria.
Il primo fu il governatore repubblicano dell’Illinois, George Ryan, che nel 2000 istituì una moratoria, e nel 2003 commutò tutte le condanne a morte. L’Illinois abolì la pena di morte nel 2011. In anni più recenti i governatori di Pennsylvania (2015), Washington (2014), Oregon (2011) e Colorado (2013) hanno messo in moratoria le esecuzioni che sono tuttora in corso, tranne che nello stato di Washington dove nel 2018 la pena di morte è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Suprema di stato e quindi, in un certo senso, abolita.
In California nel novembre 2016 un referendum che chiedeva l’abolizione della pena di morte risultò perdente 53-47%. Newsom, che allora era vicegovernatore dello stato, si era molto speso a favore dell’abolizione, citando le sue motivazioni morali, etiche ed economiche. Oggi ha detto ai giornalisti che ultimamente sta leggendo molti fascicoli di detenuti che chiedono provvedimenti di clemenza, e gli sembra più evidente che mai che le disparità siano molto reali e molto forti.
Ha citato ad esempio una persona condannata a 57 anni per aver ferito tre persone, mentre un’altra è stata condannata a 17 anni per averne uccise due. “Semplicemente è successo che uno fosse di una razza, e l’altro di un’altra. Ed ho visto persone venir messe letteralmente a morte per reati ancora minori, e questo mi preoccupa”.
Da quando la California ha reintrodotto la pena di morte nel 1978, 79 detenuti del braccio della morte sono morti per cause naturali, 26 per suicidio, e 13 sono stati giustiziati. Allo stato attuale, ha detto Newsom, sono 25 i detenuti che hanno completamente terminato l’iter di ricorsi disponibili, e per i quali avrebbe potuto essere fissata una data di esecuzione una volta terminati i ricorsi contro il nuovo protocollo di esecuzione.