17 Giugno 2021 :
L'Arabia Saudita il 15 giugno 2021 ha giustiziato un ragazzo che era stato condannato per aver partecipato a una rivolta antigovernativa della minoranza sciita.
Un importante gruppo per i diritti umani ha tuttavia definito il suo processo come "profondamente viziato".
Non è chiaro se Mustafa bin Hashim bin Isa al-Darwish, 26 anni, sia stato giustiziato per crimini commessi da minorenne, ha affermato Amnesty International. Il gruppo per i diritti umani ha detto che il ragazzo era stato arrestato nel 2015 per presunta partecipazione ai disordini avvenuti tra il 2011 e il 2012.
L’atto di accusa formale non specifica le date in cui avrebbe commesso i suoi presunti crimini, il che significa che all’epoca avrebbe potuto avere 17 anni, o aver appena compiuto 18 anni.
Il governo saudita sostiene che al-Darwish sia stato condannato e giustiziato per crimini commessi quando aveva più di 19 anni, sebbene non siano state fornite date specifiche per i suoi presunti crimini.
L'anno scorso, le autorità saudite hanno dichiarato di aver fermato le esecuzioni per crimini commessi da minorenni.
Il Ministero dell'Interno ha sostenuto che al-Darwish sia stato giustiziato per aver partecipato alla formazione di una cellula terroristica armata con l’intenzione di seguire e uccidere agenti di polizia, sparare alle pattuglie della polizia e preparare bottiglie molotov per attaccare gli agenti.
Al-Darwish era stato inoltre accusato di aver partecipato a ribellioni armate contro il sovrano e di aver provocato caos e conflitti settari. I crimini sarebbero avvenuti nella Provincia Orientale, dove si concentra la maggior parte del petrolio saudita e risiede la comunità sciita del Paese. L'esecuzione è avvenuta a Dammam, capoluogo amministrativo della provincia.
Al culmine delle rivolte della Primavera Araba in tutta la regione, l’Arabia Saudita ha registrato disordini tra i giovani sciiti, che si sono riversati nelle strade di Qatif, nella Provincia Orientale. I dimostranti chiedevano posti di lavoro, migliori opportunità e la fine della discriminazione da parte delle istituzioni del Regno.
Amnesty International denuncia che al-Darwish è stato arrestato quando aveva 20 anni, è stato messo in isolamento per sei mesi e gli è stato negato l'accesso a un avvocato fino all'inizio del processo, avviato due anni dopo dal Tribunale Penale Speciale di Riyadh, istituito per i casi di terrorismo.
La Corte Suprema ha confermato la condanna a morte di al-Darwish.
Il caso è stato poi deferito alla Presidenza per la Sicurezza dello Stato, che è supervisionata direttamente dalla corte reale e sulla quale il principe ereditario Mohammed bin Salman esercita un grande potere.
Il monarca saudita, re Salman, ratifica le condanne capitali, la maggior parte delle quali vengono eseguite mediante decapitazione.