AFGHANISTAN: BLASFEMIA, CONDANNA A MORTE GIORNALISTA MUTATA IN 20 ANNI DI CARCERE

Perwiz Kambakhsh

22 Ottobre 2008 :

una corte d’appello afghana ha mutato la condanna a morte di Perwiz Kambakhsh in 20 anni di detenzione, confermando il giudizio di colpevolezza rispetto all’accusa di blasfemia.
Lo studente di giornalismo, poco più che ventenne, è stato arrestato lo scorso anno a Mazar-i-Sharif e condannato a morte da un tribunale di Balkh dopo aver scaricato da Internet e diffuso un articolo che metterebbe in dubbio alcuni aspetti dell’Islam. “Condanniamo te, Sayed Perwiz Kambakhsh, a 20 anni di carcere per aver insultato l’Islam ed il Profeta Maometto”, ha detto il giudice Abdul Salam Qazizada, presidente della corte d’appello.
Kambakhsh ed il suo avvocato, Mohammad Afzal Shormach Nuristani, hanno subito dichiarato alla stampa che presenteranno ricorso, definendo la sentenza “iniqua”.
Davanti alla corte d’appello, cinque dei suoi ex docenti dell’Università di Balkh hanno testimoniato che Kambakhsh avrebbe rivolto loro domande offensive per l’Islam. Secondo uno dei docenti, una di queste domande sarebbe stata: “Perché l’Islam è una religione severa?”.
Un altro docente, Mohammad Yaseen, ha accusato Kambakhsh di aver turbato la classe “facendo domande aggressive e irrispettose nei confronti dell’Islam”. Un compagno di classe di Kambakhsh, identificato solo come Hamid, ha invece ammesso di aver testimoniato, in occasione del primo processo, sotto le pressioni esercitate da agenti dell’intelligence afghana.
Per l’avvocato difensore Nuristani, l’iniziale imputazione di blasfemia non è sostenuta da nessuna delle testimonianze.
Da parte sua, Kambakhsh denuncia di aver subito torture nel corso della detenzione e di non essersi potuto difendere in occasione del primo processo, durato solo pochi minuti.
In Afghanistan, il sistema giuridico si fonda sulla legge islamica della Sharia, che proibisce critiche all’Islam e stabilisce la pena di morte per la blasfemia.
 

altre news