17 Ottobre 2022 :
Un uomo di Hanoi di 30 anni è stato condannato a morte in Vietnam il 13 ottobre 2022 per aver ucciso la figlia di tre anni della sua ragazza, conficcandole dei chiodi nella testa.
Il Tribunale del Popolo di Hanoi ha inoltre inflitto a Nguyen Trung Huyen quattro anni di carcere per aver procurato deliberatamente lesioni personali.
La pena cumulativa è la morte.
Huyen ha commesso l'omicidio quando viveva con la sua ragazza Nguyen Thi Luyen, 27 anni, e sua figlia di tre anni in una casa nel distretto Thach That di Hanoi.
L’uomo ha detto che la presenza della bambina aveva "influenzato la sua stessa vita", quindi l'ha abusata e torturata in modo da "non doverla allevare".
Luyen e suo marito avevano tre figlie. La vittima era la loro figlia più piccola, che viveva con Luyen dopo che la coppia aveva divorziato all'inizio del 2021.
Huyen aveva torturato la bambina almeno quattro volte da settembre 2021.
Le aveva fatto bere pesticidi, ingoiare chiodi e le aveva rotto le braccia prima dell'incidente finale, il 17 gennaio, secondo le indagini.
Ha schiaffeggiato più volte la bambina perché non rispondeva alle sue domande e ha deciso di "torturarla" con i chiodi.
La madre in seguito portò la figlia d'urgenza al Thach That District Hospital; e poi al Saint Paul Hospital. La bambina entrò in coma e morì due mesi dopo per le ferite riportate.
Le scansioni a raggi X hanno rivelato nove chiodi conficcati nel suo cranio.
Interrogata sul fatto che sua figlia avesse ingerito pesticidi, Luyen ha prima risposto di aver creduto essere un'intossicazione alimentare, prima di cambiare la sua affermazione in "non ha bevuto nulla" e poi "non sapevo nulla".
Quando le è stato chiesto dal giudice perché non si fosse resa conto che sua figlia era stata picchiata così tanto che il suo braccio si era rotto, Luyen ha detto che sapeva solo quello che sua figlia le aveva detto.
"Forse mia figlia aveva davvero paura di Huyen", ha detto.
Quando Huyen è stato interrogato sul coinvolgimento di Luyen, ha detto che la fidanzata aveva i suoi sospetti sul fatto che avesse picchiato la bambina, ma non ha detto nulla perché "si amavano troppo e avevano un figlio insieme".
Ma in seguito ha cambiato tono, dicendo che "non sapeva niente, non aveva niente a che fare".
I pubblici ministeri hanno affermato che, sebbene le dichiarazioni della madre fossero incoerenti e ci fossero nuovi elementi presentati da testimoni, non c'erano ancora basi legali sufficienti per sporgere denuncia penale contro di lei.