USA - Texas. Ondata di sostegno per Melissa Lucio

USA - Representatives pray with Melissa Lucio

12 Aprile 2022 :

 

Ondata di sostegno per Melissa Lucio
L'incombente esecuzione di una madre di 14 figli, condannata a morte con l’accusa controversa di aver maltrattato a morte una figlia piccola, ha provocato reazioni da parte di celebrità come Kim Kardashian e un crescente movimento di solidarietà che va ben oltre i confini degli Stati Uniti.
Lucio è una donna di origine ispaniche, che oggi ha 53 anni, madre di 14 figli, 9 dei quali vivevano con lei al momento dei fatti. È accusata di aver maltrattato la più piccola delle sue figlie, Mariah Alvarez, di due anni, causandone la morte.
Il 17 febbraio 2007 i paramedici sono stati chiamati nella casa che la Lucio divideva con il suo convivente, Robert Alvarez, perché la figlia più piccola, Mariah Alvarez di due anni, non reagiva e non respirava.
Lucio aveva detto alla polizia che Mariah si era addormentata e non si era più svegliata. La Lucio ipotizzava che la causa del malore fosse stata una caduta da una scala ripida durante il trasferimento della famiglia in un nuovo appartamento due giorni prima, ma non sembrava gravemente ferita. La bambina è morta in ospedale.
Secondo l'ufficio del procuratore distrettuale della contea di Cameron, sul corpo della piccola sono stati notati segni di abusi. Secondo quanto riferito, aveva lividi sparsi, segni di morsi sulla schiena, chiazze di capelli che erano state strappate e un braccio rotto.
Successivamente è stato stabilito che la frattura del braccio della bambina risaliva a due settimane prima, e l'autopsia ha evidenziato anche un trauma cranico e lividi ai reni, ai polmoni e al midollo spinale.
Ore dopo la morte di Mariah, la Lucio è stata interrogato dalla polizia per oltre cinque ore. I suoi avvocati hanno evidenziato che in quella fase era particolarmente vulnerabile, poiché era in lutto per sua figlia, era incinta di due gemelli, e aveva alle spalle una lunga storia di aggressioni fisiche e sessuali, tossicodipendenza e insicurezza finanziaria. Secondo i difensori la polizia ha fatto leva sulle evidenti fragilità della donna per indurla a confessare.
Dopo aver ripetuto “quasi 100 volte” che la bambina era solo caduta dalle scale, alle 3 di mattina ha fatto una confessione che Sabrina Van Tassel, regista del documentario "The State of Texas vs. Melissa, " uscito nel 2020, ha definito “completamente estorta".
"Credo di averlo fatto", ha detto la Lucio a chi la interrogava chiedendole conto della presenza di lividi sul corpo della bambina.
Quella confessione era "l'unica cosa che avevano contro di lei", ha detto la Van Tassel, convinta che "non c'è nulla che colleghi Melissa Lucio alla morte di questa bambina, non c'è DNA, nessun testimone".
Il documentario della Van Tassel ha suscitato un interesse diffuso, creando un intero movimento attorno alla Lucio.
Il docufilm è stato proiettato al Tribeca Film Festival nel 2020 e ha vinto il premio come miglior documentario al Raindance Film Festival.
Il 6 marzo 2022, nel segmento principale dello show della HBO “Last Week Tonight with John Oliver” intitolato "Wrongful Convictions" (Errori giudiziari), il suo caso è stato citato come il principale motivo per una importante riforma del sistema giudiziario, in particolare, per l’abolizione dell'Antiterrorism and Effective Death Penalty Act del 1996 (AEDPA).
Durante il processo del 2008, un medico aveva fortemente influenzato la giuria popolare dicendo che era il "peggior caso in assoluto" di abusi su minori che avesse mai visto.
Secondo i difensori la piccola Mariah aveva una disabilità fisica che la rendeva instabile mentre camminava, e che avrebbe potuto spiegarne la caduta dalle scale.
La difesa ha anche affermato che i lividi potrebbero essere stati causati da un disturbo della circolazione sanguigna.
Nessuno dei figli di Melissa l'aveva accusata di essere violenta. Quanto al pubblico ministero, Armando Villalobos, nel 2014, per un caso non collegato, è stato condannato a 13 anni di carcere per corruzione ed estorsione.
Il 5 aprile 2022 la star del reality Kim Kardashian ha twittato alle sue decine di milioni di follower che c'erano "così tante domande irrisolte su questo caso e sulle prove che sono state usate per condannarla", e si è rivolta al governatore del Texas perché intervenisse con un provvedimento di clemenza.
E la storia di Lucio ha acceso i media in America Latina, interessati alla storia della prima donna ispanica condannata a morte in Texas, lo stato americano che ha giustiziato il maggior numero di persone nel 21° secolo.
In Francia, l'ex candidata alla presidenza Christiane Taubira ha affermato che Lucio è probabilmente una "vittima di un errore giudiziario".
Anche uno dei giurati che l'ha condannata ha espresso il suo "profondo rammarico" in un editoriale pubblicato domenica.
Lucio sta ottenendo anche il sostegno dei repubblicani statunitensi, tradizionalmente difensori della pena capitale.
87 deputati del Texas (su 150), di entrambe i partiti, hanno chiesto alle autorità di annullare l'esecuzione.
Molti sono stati a farle visita in prigione. "Come repubblicano conservatore che è stato a lungo un sostenitore della pena di morte... non ho mai visto un caso più preoccupante del caso di Melissa Lucio", ha detto uno di loro, Jeff Leach.
Il 6 aprile, un gruppo di 7 parlamentari del Texas, sia repubblicani che democratici, ha visitato Melissa Lucio in prigione e ha pregato con lei.
Una petizione di Innocence Project che chiede di fermare l'esecuzione di Lucio ha raccolto oltre 185.000 firme.
Secondo diversi esperti, questo caso porta alla luce la questione delle false confessioni.
Difficile calcolare numeri precisi, ma secondo i dati di The Innocence Project, che tiene un registro delle persone prima condannate a morte e in un secondo tempo prosciolte (esonerate), una su 4 delle persone che hanno ottenuto il proscioglimento grazie a incontrovertibili test del Dna aveva confessato.
Il numero potrebbe essere alto fino al 60 per cento, secondo Saul Kassin, professore di psicologia al John Jay College of Criminal Justice.
E chi, come la Lucio, ha subito traumi e violenze è "meno resistente, più propenso a obbedire, ha meno tolleranza per lo stress di un interrogatorio", ed è quindi più propenso ad ammettere un crimine che non ha commesso. Come è noto, il tema delle false confessioni è stato spesso al centro di condanne annullate, perché si ritiene che i pubblici ministeri, nei casi in cui le prove sono insufficienti, utilizzino la minaccia di una condanna a morte per indurre gli imputati, soprattutto se fragili, a confessare pur di avere salva la vita.
A questo punto la Lucio non ha più appelli legali disponibili, e può fare affidamento solo un eventuale provvedimento di clemenza, di solito discusso nell’imminenza dell’esecuzione, che deve essere “raccomandato” da una apposita commissione, e poi convalidato dal Governatore. Greg Abbott, 64 anni, bianco, Repubblicano, è un convinto sostenitore della pena di morte e da quando è governatore (2015) ha firmato un solo provvedimento di clemenza. In alternativa, ma succede molto raramente, la Pubblica Accusa potrebbe unilateralmente ritirare le accuse, e decidere di riesaminare il caso.
Il team legale di Lucio ha presentato una petizione di grazia il 22 marzo 2022, sostenendo che un riesame dell’autopsia fatto alla luce delle migliorate conoscenze scientifiche dimostrano che la bambina è morta per una caduta accidentale dalle scale. La petizione include dichiarazioni di sostegno di giurati, esperti forensi e medici, attivisti contro la violenza domestica, leader religiosi, esonerati (ex condannati a morte in seguito prosciolti), parenti e figli di Lucio.
Sul caso Lucio, vedi anche NtC 9 luglio 2008, 27 febbraio 2019, 9 febbraio 2021 e 28 marzo 2022.

https://www.france24.com/en/live-news/20220411-wave-of-support-for-us-mother-awaiting-execution

 

altre news