17 Settembre 2023 :
11/09/2023 - In un editoriale per il Wall Street Journal, il romanziere John Grisham racconta gli errori scientifici che hanno portato alla condanna di Robert Roberson e l'inadeguato processo legale che ha mantenuto quella condanna. Roberson è stato riconosciuto colpevole e condannato a morte per la morte nel 2002 della figlia Nikki di 2 anni. La sua condanna si basava su una teoria della “sindrome del bambino scosso” che da allora è stata screditata. Dopo un'udienza ordinata dalla Corte d'appello del Texas, un giudice ha approvato una memoria presentata dai pubblici ministeri della contea di Anderson, ignorando prove scientifiche esaustive e inconfutabili e confermando la condanna di Roberson.
Grisham spiega che, sebbene l'ipotesi del bambino scosso sia stata usata per condannare "innumerevoli operatori sanitari", "Roberson potrebbe essere il primo a essere giustiziato”. Racconta le circostanze che hanno portato alla morte di Nikki: "infezioni croniche e gravi dell'orecchio medio", "febbre alta e polmonite non diagnosticata" e una caduta dal letto la notte prima che suo padre la trovasse incosciente, e la portasse al pronto soccorso. Il personale “non sapeva che il signor Roberson fosse autistico e ha deciso che non mostrava le emozioni adeguate data la terribile situazione”. Quando Nikki morì pochi giorni dopo, un medico identificò la triade di sintomi che si supponeva fossero indicativi della sindrome del bambino scosso: “emorragia cerebrale, gonfiore cerebrale e sanguinamento negli occhi”.
Ciò che Grisham chiama la "corsa al giudizio" del medico, insieme alla speculazione non dimostrata di un'infermiera secondo cui Nikki aveva subito abusi sessuali, ha portato una giuria a dichiarare Roberson colpevole, e a condannarlo a morte. Ma nei 20 anni trascorsi dal processo a Roberson, la scienza medica si è evoluta, e persino il dottor Norman Guthkelch, il medico che inizialmente, senza riferirsi a casi specifici, indicò che scuotere i neonati per farli smettere di piangere può portare a gravi conseguenze, l’ha sconfessata. Nel 2012, Guthkelch ha dichiarato pubblicamente di non essere più convinte della sua teoria: “Francamente sono piuttosto turbato dal fatto che quello che intendevo come un suggerimento amichevole per evitare danni ai bambini sia diventato una scusa per imprigionare persone innocenti. Siamo andati malissimo fuori dai binari.
Nel 2016, appena cinque giorni prima della data fissata per l'esecuzione di Roberson, la Corte d'appello del Texas aveva ordinato un'udienza sul suo caso. Il tribunale di primo grado ha ascoltato dieci giorni di prove, comprese le testimonianze di sei esperti “che hanno dimostrato che la versione obsoleta della sindrome del bambino scosso utilizzata durante il processo è stata screditata e che Nikki è morta a causa di una polmonite non diagnosticata, dei farmaci e della caduta accidentale." Secondo Grisham, in quell’udienza, il team legale di Roberson “ha prodotto prove inconfutabili che in realtà non si era verificato alcun omicidio”. Lo Stato ha risposto presentando “una memoria di 17 pagine che non toccava minimamente i nuovi livella di lettura delle prove scientifiche, riproponendo invece prove e teorie obsolete del processo originale del 2003”. Il giudice Deborah Evans “lo ha approvato, seguendo l’esempio dell’accusa di ignorare la maggior parte delle nuove testimonianze di esperti e tutti gli studi scientifici che mostrano un cambiamento nella comprensione della sindrome del bambino scosso”.
Grisham conclude con un appello a rivedere casi come quello di Roberson e a “chiedere di più ai giudici di un lavoro di copia e incolla che ignori completamente i cambiamenti nella comprensione scientifica di un caso, specialmente quando è in gioco una vita.”
Roberson ha un ricorso pendente davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Il 15 giugno 2023, cinque memorie di amicus sono state depositate a suo nome da scienziati, giudici e organizzazioni per i diritti dei detenuti.
Sul caso Roberson vedi anche NtC 14/02/2003
https://deathpenaltyinfo.org/news/john-grisham-on-robert-roberson-texas-may-execute-an-innocent-man