14 Dicembre 2017 :
La deterrenza è legata alla certezza di essere presi, non alla durezza della pena. Lo sostiene il professor Daniel S. Nagin nel capitolo “Deterrenza” all’interno dello studio “Reforming Criminal Justice” pubblicato in 4 volumi dalla Academy for Justice presso la Arizona State University.
Nagin, professore universitario e studioso molto noto, ha riassunto i principali studi sul tema della deterrenza pubblicati dal 1960 ad oggi, e i principali 5 degli ultimi vent’anni, e ne ha tratto una conclusione perentoria: “La certezza di una punizione è di molto più convincente e importante che non la severità della pena”. Nagin spiega come sia "la certezza di conseguenze spiacevoli ad avere effetto, e non c’è bisogno che le “conseguenze” siano draconiane, è sufficiente che siano “abbastanza gravi” per scoraggiare il comportamento che si vuole inibire". Nagin ritiene che promettere sanzioni sempre più severe serva a molto poco. "L’effetto deterrente dell'aumento di una condanna già lunga sembra essere piccolo, forse zero".
Nagin riprende le conclusioni di uno studio del 2012 di cui era stato coautore ("Deterrence and the Death Penalty," Committee on Law and Justice at the National Research Council, April 2012) secondo cui non sembra esserci relazione né positiva né negativa tra pena di morte e numero di omicidi. Riprende poi uno studio pubblicato nel febbraio 2015 dal Brennan Center for Justice secondo il quale la forte diminuzione degli omicidi negli anni 1990’ e 2000’ non è stata influenzata dalla pena di morte.