14 Febbraio 2022 :
Pubblicata l’ultima edizione di "Death Row USA" aggiornata al 1° ottobre 2021 (DRUSA Fall 2021): siamo al numero più basso in trent’anni di persone a rischio esecuzione.
Il 1° ottobre 2021 nei bracci della morte degli Stati Uniti (27 stati, più 2 giurisdizioni: il braccio della morte federale e quello militare) c’erano 2.455 persone.
Tre mesi prima, al precedente rapporto, erano 19 di più. Nell’arco di tempo intercorso è stata compiuta 1 esecuzione.
Rispetto ad un anno prima (DRUSA Fall 2020), il calo è di 98 unità.
L’ormai tradizionale rapporto trimestrale DRUSA, curato dal Legal Defense Fund (LDF) del NAACP (National Association for the Advancement of Colored People) rileva che la popolazione del braccio della morte è diminuita ogni anno dal 2000.
Il 1° luglio 2001, DRUSA riscontrò il livello massimo di detenuti nei bracci della morte: 3.717 persone.
Il calo da 3.717 del 2001 a 2.455 di oggi rappresenta un calo complessivo di 1.262 persone, il 33,9%.
Da alcuni anni i curatori del rapporto Drusa hanno introdotto la categoria delle “condanne a morte attive”. Con questo termine si riferiscono a quelle persone che hanno avuto la condanna a morte annullata o nella parte del verdetto di colpevolezza, o nella parte di determinazione della pena, o che comunque sono in attesa della ripetizione del processo o del completamento degli appelli.
Tra le persone presenti nei bracci della morte, DRUSA Fall 2021 ne individua 219 le cui condanne non sono “attive”.
Si tratta di persone le cui condanne al momento sono annullate, ma potrebbero essere ripristinate con la ripetizione del processo. Del resto, quando una condanna a morte viene annullata, il giudice può stabilire se il detenuto deve essere tolto dal braccio della morte, oppure no. Nella maggior parte dei casi il giudice non dispone l’uscita dal death row, sapendo che contro il suo annullamento farà certamente ricorso la pubblica accusa, e quindi l’annullamento potrebbe essere annullato, anche in tempi relativamente brevi.
Sottraendo queste 219 persone, il totale dei detenuti con una condanna “attiva” sono 2236.
Ulteriormente, il rapporto DRUSA scorpora i dati di coloro che al momento non potrebbero essere giustiziati perché nel loro stato è in vigore una moratoria, moratoria che non è previsto termini a breve. Alla data del 1° ottobre 2021, 849 condannati a morte appartengono ai bracci della morte di stati in cui era in vigore una moratoria decisa dal Governatore: California (695), Oregon (24) e Pennsylvania (130). Pur in mancanza di una formale dichiarazione di moratoria, DRUSA considera “in moratoria” anche i 45 detenuti del braccio della morte federale in quanto l’Attorney General (ministro della giustizia) ha ordinato di riesaminare i cambiamenti apportati dall’Amministrazione Trump per accelerare le esecuzioni. La sospensione del protocollo di esecuzione federale viene, in questo conteggio, equiparata ad una moratoria. Nei 3 stati in moratoria e nel braccio della morte federale sono 894 i detenuti che DRUSA considera protetti da una moratoria.
Poiché in queste “giurisdizioni in moratoria” sono detenute anche persone le cui condanne a morte era già stata scorporata da DRUSA per via della condanna a morte momentaneamente annullata (51 persone), il numero complessivo di detenuti a “effettivo rischio di esecuzione” scende a 1.393 (2455-894-219+51).
Praticamente alla data del 1° ottobre 2021 solo il 56,7% dei detenuti nei bracci della morte è a effettivo rischio di esecuzione, mentre il 43,2% al momento non lo è.
Come sempre, il braccio della morte più popoloso è quello della California (695), lo stato più popoloso degli Stati Uniti (40 milioni di abitanti) ma anche uno stato che non compie esecuzioni da 15 anni, dal gennaio 2006. Alla California segue: Florida (333), Texas (198), Alabama (170), North Carolina (139), Ohio (135) Pennsylvania (130), e Arizona (118).
Alcuni stati hanno pochissime persone nel braccio della morte: nel Wyoming il braccio della morte è vuoto, nel New Hampshire e South Dakota c’è 1 detenuto, nel Montana ce ne sono 2, e 4 nel braccio della morte militare (l'ultima esecuzione di un soldato è stata nel 1961). Il detenuto in New Hamphire è in una condizione particolare: lo stato nel 2019 ha abolito la pena di morte, ma non retroattivamente. In questi casi chi si trovava nel braccio della morte al momento dell’abolizione deve attendere che un giudice definisca “sproporzionata” la sua condanna a morte rispetto a chi commettesse lo stesso reato dopo l’abolizione, e ne disponga la commutazione. È quanto è accaduto lo scorso trimestre in Virginia, dove la pena di morte è stata abolita nel marzo 2021, e l’Amministrazione Penitenziaria è intervenuta di propria iniziativa trasferendo i 2 detenuti del braccio della morte in un “normale” reparto di massima sicurezza.
Il motivo principale del calo del braccio della morte è la diminuzione di nuove condanne. Infatti le nuove condanne sono molte meno rispetto alle condanne eseguite, ai detenuti morti di vecchiaia o di malattia nei bracci ella morte, e alle condanne a morte annullate in appello. Anche l’ambito geografico della pena di morte è sempre più limitato.
A livello nazionale, la popolazione nel braccio della morte continua a riflettere le disparità razziali nella pena capitale.
Il 42,3% dei prigionieri nel braccio della morte è bianco, il 41,1% è nero, il 13,6% latino-americano, l'1,8% asiatico e lo 0,9% nativo americano. Il due per cento di tutti i detenuti nel braccio della morte sono donne, 51.
Da quando la pena di morte è stata reintrodotta negli Stati Uniti nel 1976 (la prima esecuzione è stata compita nel 1977) al 1° luglio 2021, sono state giustiziate 1.535 persone: 858 bianchi (55,9%), 525 neri (34,2%), 128 ispanici (8,3%), 17 pellerossa (1,1%), 7 asiatici (0,4%). In totale, 1.518 uomini (98,9 %) e 17 donne (1,1 %).
"Death Row USA" registra anche la razza e il sesso delle vittime relative alle esecuzioni effettuate. Le 1535 persone giustiziate erano accusate di aver ucciso un totale di 2248 persone.
Divise per razza le vittime erano 1.693 bianche (75,3%), 352 nere (15,6%), 155 ispaniche (6,9%), 41 asiatiche (1,8%), e 7 pellerossa (0,3%).
Divise per sesso le vittime erano 1.139 maschi (50,6%), e 1.109 femmine (49,4%). Il 10% delle persone giustiziate (149) aveva rinunciato volontariamente a presentare appello. Dal 1977 ad oggi, e prima che nel 2005 la Corte Suprema vietasse le esecuzioni di minorenni, 23 persone erano state giustiziate per reati commessi da minorenni.
Dal 1977 al 1° ottobre 2021, lo stato che ha compiuto più esecuzioni è il Texas: 573. Rispetto alle 1535 persone giustiziate dal 1977 ad oggi, il Texas ha compiuto il 37,3% di tutte le esecuzioni. Segue la Virginia (113, 7,3%), l’Oklahoma (112, 7,3%), la Florida (99, 6,45%) e il Missouri (90, (5,86%).
DRUSA SPRING 2010 Tabled version (00021413-2).DOC (naacpldf.org)