USA - Oregon. Annullato il verdetto di colpevolezza di Jesse Lee Johnson

OREGON - Jesse Lee Johnson

10 Ottobre 2021 :

Annullato il verdetto di colpevolezza di Jesse Lee Johnson.
La Corte d'Appello dell'Oregon ha ordinato un nuovo processo per Johnson, ora 60 anni, nero, condannato a morte nel 2004 con l’accusa di aver ucciso, il 20 marzo 1998, a scopo di rapina, una donna, Harriet Thompson, 28 anni, nella sua abitazione. Si è sempre dichiarato innocente. La Corte d’Appello ritiene che la testimonianza di una donna, che la polizia non aveva voluto raccogliere, sembra sufficientemente seria e credibile da meritare una completa revisione del processo. Tecnicamente l’annullamento di oggi è stato concesso in base alla formula della “inadeguata assistenza legale”, formula che addebita all’avvocato difensore anche le scorrettezze della polizia o della pubblica accusa in base all’assunto che spetterebbe al difensore vigilare su tutto. Il Dipartimento di Giustizia dell'Oregon ha 35 giorni per decidere se presentare ricorso alla Corte Suprema di Stato. In caso contrario, il fascicolo tornerà alla contea di Marion, dove sarà riesaminato dall'ufficio del procuratore distrettuale che poi deciderà se ritirare le accuse, cercare un accordo con l’imputato, oppure ripetere il processo. Contro Johnson, arrestato una settimana dopo i fatti, le indicazioni di un informatore della polizia, e alcuni elementi indiziari, che Johnson non aveva contestato ma che attribuiva al fatto che lui e la vittima abitassero vicini, e saltuariamente si frequentassero. Un’altra vicina della vittima, Patricia Hubbard, sosteneva di aver visto un uomo bianco entrare nella casa, un uomo che lei aveva già visto molte volte entrare in quella casa. Dopo circa mezz’ora, lasso di tempo durante il quale dalla casa provenivano rumori di un litigio via via più acceso, la Hubbard ha visto l’uomo uscire dalla porta sul retro “con tanta fretta che sembrava non toccasse il terreno”. La testimone ha poi raccontato di aver ricevuto una telefonata e di essere dovuta andare al lavoro, ma che tornata a casa si era avvicinata ai poliziotti che stavano facendo i rilievi, intenzionata a raccontare quello che aveva visto. I poliziotti non erano interessati alla sua testimonianza, e le dissero di andar via, che il caso era chiaro, e stava per essere risolto. La testimone ha aggiunto che il detective che le aveva mostrato disinteresse, aveva usato un epiteto razzista per descrivere sia la vittima che il sospettato, entrambe neri. La Corte ha riconosciuto che nelle indagino, frettoloso, anche il fattore razziale probabilmente ha avuto un ruolo. Inoltre la Corte ha stigmatizzato che la difesa d’ufficio, a giudicare dalla parcella presentata al tribunale per il rimborso spese, aveva dedicato solo 6 ore ad esaminare il vicinato per capire se qualcuno aveva qualcosa da dire. In questa fase Johnson è seguito anche dagli avvocati della filiale dell’Oregon dell’Innocence Project, che stanno insistendo perché vengano ordinati nuovi test del Dna, che loro hanno già fatto effettuare privatamente, i quali dimostrerebbero che del sangue ritrovato nel bagno della casa della vittima non appartiene né alla vittima, né a Johnson.

New trial ordered for man who has spent 17 years on Oregon’s death row - OPB

 

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