19 Novembre 2018 :
Documentario su Joseph Amrine, scarcerato nel 2003 dopo aver trascorso 17 anni nel braccio della morte. Verrà proiettato il 14 novembre al Cinema Ragtag, nella città di Columbia, lo stesso cinema dove era stato proiettato alla sua prima uscita nel 2002. Il documentario, intitolato "Unreasonable Doubt: The Joe Amrine Case" (Un dubbio irragionevole, il caso Joe Armine, con un evidente riferimento alla formula del “ragionevole dubbio” tipica delle corti statunitensi) dura 52 minuti, ed è stato prodotto da Righteous Productions, una casa di produzione estemporanea costituita da un professore dell’università del Missouri, Rodney Uphoff, e da alcuni studenti, John McHale, Dan Huck e Ryan Wylie. Wylie sarà presente alla proiezione di stasera assieme ad Amrine. Amrine era stato condannato a morte nel 1986 con l’accusa di aver ucciso un compagno di detenzione, Gary Barber, il 18 ottobre 1985 nel penitenziario di Jefferson City. Oltre al documentario, era stato tra i condannati a morte fotografati da Oliviero Toscani nell’ambito della campagna Benetton “We, on death Row”. Il 29 aprile 2003 (vedi) la Corte Suprema del Missouri aveva annullato 4-3 il verdetto di condanna rilevando che gli elementi concreti che Amrine indicava a supporto della sua innocenza fossero tali da “minare la fiducia nel verdetto di condanna”. I tre detenuti che avevano testimoniato contro di lui infatti nel frattempo avevano ammesso di aver testimoniato il falso allo scopo di ottenere vantaggi processuali, mentre altri sei detenuti che sostenevano si trovasse in loro compagnia avevano confermato le dichiarazioni. La Corte aveva disposto che Amrine venisse riprocessato entro 30 giorni, oppure scarcerato. Il 28 luglio dello stesso anno la Pubblica Accusa della Cole County aveva annunciato che rinunciava a ripetere il processo, portando alla scarcerazione di Amrine la sera stessa. Da allora Amrine è catalogato con il n° 111 nella Innocence List del DPIC. Alla proiezione parteciperà anche Reginald Griffin, un altro uomo esonerato la cui condanna a morte è stata annullata nel 2011. Dopo la proiezione del documentario, ci saranno altri 15 minuti di filmati che mostrano Amrine che esce dalla prigione, risponde alle domande della stampa e rivede la sua famiglia. Quando Wylie partecipò ad un meeting dell'Innocence Project nell'autunno del 2001, fu scioccato nel sapere che Amrine sarebbe stato giustiziato senza che testimonianze dirette lo collegassero all’omicidio. Dopo quell'incontro, Wylie, un regista sperimentale, decise di girare un film su Amrine come il suo primo documentario. "Avevo un forte senso della giustizia", ha detto. Wylie ha detto che il film parla di umanità, cioè capire gli altri, incluso qualcuno condannato a morte. "Questi sono esseri umani, come lo sono io", ha detto. "Qualunque cosa abbiano fatto o non fatto, meritano dignità, e come li trattiamo definisce chi siamo".