12 Settembre 2020 :
Formalizzato il proscioglimento di Curtis Flowers, che viene iscritto con il n° 171 nella lista degli “esonerati” del DPIC. Il 6 gennaio (vedi) il procuratore distrettuale Doug Evans si era ricusato dal caso, dopo le critiche alla sua condotta contenute in alcune sentenze della Corte Suprema di Stato. Il giudice che sta seguendo il caso negli ultimi anni, Joseph Loper della Montgomery County, aveva disposto che a rappresentare la pubblica accusa avrebbe sarebbe stata la neo eletta Procuratrice Generale del Mississippi, Lynn Fitch, 58 anni, bianca, Repubblicana. Oggi la Fitch ha formalizzato davanti al giudice Loper il ritiro di tutti i capi d’imputazione, e Loper, lo stesso che lo scorso 16 dicembre (vedi) aveva ordinato la scarcerazione di Flowers, con una sentenza di mezza pagina, ha formalizzato l’atto. Negli ultimi anni Flowers è stato difeso dall’avvocato Rob McDuff, del Mississippi Center for Justice, e dall’avvocato Tucker Carrington, del Mississippi Innocence Project. Flowers, che oggi ha 50 anni, nero, è stato processato 6 volte per lo stesso fatto. Il suo caso ha ricevuto l’attenzione di diversi analisti perché sembra presentare tutti gli estremi del “processo inquinato dal pregiudizio razziale”. Flowers era accusato di aver ucciso, il 16 luglio 1996, la padrona e tre dipendenti di un negozio dal quale era appena stato licenziato. Le vittime furono Bertha Tardy, 59 anni, Derrick Stewart, 16 anni, Carmen Rigby, 45 anni, e Robert Golden, 42 anni. 3 delle vittime erano bianche. Venne condannato a morte una prima volta nella Lee County per il solo omicidio della proprietaria del negozio, Tardy, nel 1997. Il verdetto dii colpevolezza venne annullato, un nuovo processo lo condannò, e il verdetto venne di nuovo annullato dalla Corte Suprema di Stato. Venne di nuovo condannato, e di nuovo (vedi 29 giugno 2006) la Corte Suprema di Stato annullò il verdetto per irregolarità nella formazione della giuria. Dopo due processi annullati perché la giuria popolare era entrata in stallo, Flowers venne di nuovo condannato a morte nel 2010 (vedi 19 giugno). In tutti i 6 processi la pubblica accusa era stata rappresentata da Doug Evans nel suo ruolo di Procuratore Distrettuale del 5° Circuito del Mississippi. Evans, 66 anni, bianco, democratico, ex poliziotto, è procuratore distrettuale (5° Distretto) ininterrottamente dal 1992, e lo sarà per almeno altri 4 anni, visto che a marzo 2019 si sono chiuse le candidature per la carica, e nessuno si è presentato per sfidarlo. In tutti i processi ha fatto in modo che nella giuria popolare ci fossero meno giurati di colore possibile. Questa circostanza aveva indotto la Corte Suprema di Stato ad annullare per tre volte i verdetti di colpevolezza, ed era stata di nuovo rilevata il 21 giugno 2019 (vedi) quando la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva ordinato il riesame del processo alla luce di “gravi irregolarità nella formazione della giuria popolare”. Evans ha sempre negato qualsiasi intento razzista. La verità potrebbe essere nel mezzo, nel senso che, notoriamente, spesso i procuratori cercano di far escludere le persone di colore dalle giurie perché statisticamente sono meno propense dei “bianchi” ad emettere condanne a morte, indipendentemente dalla razza dell’imputato o della vittima. Stante la sua permanenza nell’incarico di Procuratore Distrettuale, avrebbe dovuto essere di nuovo Evans a decidere se riprocessare Flowers, e se chiedere di nuovo una condanna a morte. Nel frattempo il processo contro Flowers si era molto indebolito. Contro di lui le prove erano sempre state circostanziali e non univoche, tenute insieme dalla testimonianza di un detenuto (Odell Hallmon) che asseriva di aver sentito Flowers raccontare dettagli del crimine. Un programma di giornalismo investigativo (In the Dark, una serie di podcast di American Public Media) ha ridimensionato tutte le prove, ed ha trasmesso una registrazione in cui Hallmon ritrattava le accuse.
https://deathpenaltyinfo.org/news/curtis-flowers-exonerated-in-mississippi-after-attorney-general-drops-all-charges