28 Settembre 2023 :
09/09/2023 - Respinto il ricorso dell'ex maggiore dell'esercito Nidal Hasan.
Hasan, oggi 53 anni, di origine araba ma nato negli Stati Uniti, psichiatra, lavorava per l’Esercito con il grado di Maggiore. Il 5 novembre 2009, a poche settimane dalla sua prevista partenza per il fronte afgano, gridando "Allah Akbar" (Allah è grande) Hasan ha aperto il fuoco contro i suoi commilitoni a Fort Hood, in Texas, uccidendo 13 persone e ferendone altre 31. Nel processo davanti ad una corte marziale aveva chiesto e ottenuto di potersi difendere da solo. Aveva ammesso la sua responsabilità, motivandola con argomenti religiosi, e il 28/08/2013 era stato condannato a morte (vedi NtC in quella data).
L’11/12/2020 (vedi NtC in quella data) la Corte d’Appello Militare (U.S. Army Court of Criminal Appeals) aveva confermato la condanna, respingendo il ricorso (non è chiaro se presentato dallo stesso imputato o da avvocati intervenuti nel frattempo) secondo cui all’imputato non avrebbe dovuto essere consentito di difendersi da solo, e ricorsi secondari sulla composizione della giuria, presentazione di attenuanti e spostamento di sede del processo.
Oggi un’ulteriore serie di ricorsi è stata respinta dalla U.S. Court of Appeals for the Armed Forces, la corte d’appello di massimo grado della giustizia militare che ha giurisdizione a livello mondiale su questioni che coinvolgono il personale militare in servizio attivo e personale collegato ai militari.
Attualmente nel braccio della morte militare di Fort Leavenworth, in Kansas, sono detenuti, compreso Hasan, 4 uomini. Nessuna esecuzione militare viene compiuta dal 1961. Per legge ogni esecuzione militare deve essere espressamente autorizzata dal Presidente degli Stati Uniti, e per “tradizione” il Presidente ha comunque un occhio di riguardo per chi ha servito la patria. Hasan è rimasto paralizzato quando la polizia militare gli ha sparato durante il suo attacco omicid,a ed è costretto su una sedia a rotelle.
