USA: LA PENA DI MORTE COLPISCE PERSONE CON MALATTIE MENTALI

06 Aprile 2017 :

Un nuovo studio evidenzia una forte percentuale di persone con problemi mentali tra chi è stato messo a morte dal 2000 ad oggi.
Lo studio, condotto dal professor Frank Baumgartner della University of North Carolina, e da Betsy Neill, laureanda di secondo livello nella stessa università, si intitola “Deadly Justice: A Statistical Portrait of the Death Penalty” (Giustizia Mortale, un ritratto statistico della pena di morte) ed è di imminente pubblicazione dalla Oxford University Press.
“La maggior parte degli americani è contraria alla pena di morte per le persone che hanno malattie mentali, ma il nostro studio suggerisce che in realtà la pena di morte colpisce proprio le persone con malattie mentali”. Gli autori sostengono che il 43% delle persone giustiziate nel corso del 21° secolo avevano ricevuto “in qualche punto della loro vita una diagnosi di malattia mentale”, una percentuale più che doppia rispetto alla popolazione generale, in cui la percentuale è del 18%.
Il 4% degli americani ha avuto diagnosi di malattie mentali gravi. Tra le persone giustiziatele diagnosi più comuni sono disturbi della personalità e depressione, ma anche disordini seri come la schizofrenia, disordine da stress post traumatico e disturbo bipolare hanno percentuali significativamente più alte rispetto alla popolazione generale. Segni di malattia mentale, soprattutto di depressione, sono particolarmente prevalenti tra quei prigionieri che hanno rinunciato ai ricorsi e si sono offerti “volontari” per l’esecuzione.
Il 63% delle persone che sono andate volontarie all’esecuzione avevano diagnosi di malattia mentale, comparato al 39% delle altre persone giustiziate. Il 26% dei volontari avevano diagnosi di depressione, 37% avevano tendenze suicide documentate, e 32% avevano tentato il suicidio.
Questo ha portato gli autori a suggerire: “se le tendenze suicidarie sono prova di malattia mentale, allora gli stati che applicano la pena di morte partecipano attivamente al suicidio”.
Le percentuali di traumi infantili –un fattore di rischio per le malattie mentali- erano anche vistosamente più alte tra i giustiziati che tra la popolazione generale. Il Dipartimento della Salute stima che circa il 10% dei bambini americani vengono abusati o trascurati, ma questa percentuale sale al 40% tra le persone giustiziate. Secondo lo studio, le persone giustiziate avevano subito abusi sessuali da bambini in una percentuale 13 volte superiore a quella della popolazione generale, avevano subito abusi fisici 13 volte di più, ed erano stati gravemente trascurati dagli adulti due volte di più rispetto alla popolazione generale.
Secondo gli autori, statistiche compilate dai Centers for Disease Control and Prevention (un importante organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti) e da ricercatori indipendenti hanno ripetutamente riscontrato che i traumi dell’infanzia hanno effetti a lungo termine che includono maggiore probabilità di disturbi del neurosviluppo, deterioramento cognitivo, malattia mentale, e di diventare autore o vittima di violenza".
Nessuno tocchi Caino ha più volte riferito di diversi studi del professor Baumgartner incentrati su vari aspetti della pena di morte: 18 aprile 2011 "The Death Penalty in North Carolina: A Summary of the Data and Scientific Studies"; 16 luglio 2015 "The impact of race, gender and geography on Missouri executions"; 20 settembre 2015 "Race-Of-Victim Discrepancies in Homicides and Executions, Louisiana 1976-2015”; 28 gennaio 2016 "The Impact of Race, Gender, and Geography on Ohio Executions”; 28 aprile 2016 "Louisiana Death Sentenced Cases and Their Reversals, 1976-2015").

 

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