USA - Federale. Lezmond Mitchell, l'unico nativo americano nel braccio della morte, è stato giustiziato nella prigione federale di Terre Haute

USA - Lezmond Mitchell

27 Agosto 2020 :

Lezmond Mitchell, l'unico nativo americano nel braccio della morte, è stato giustiziato mercoledì sera, 26 agosto, nella prigione federale di Terre Haute, in Indiana.
Mitchell, ora 38 anni, era un membro della Nazione Navajo.
Mitchell aveva appena compiuto 20 anni quando è stato arrestato insieme al complice, allora minorenne, Johnny Oslinger. I due erano accusati di aver ucciso una donna e la sua nipotina che gli avevano dato un passaggio mentre facevano l’autostop. Secondo l’accusa i due intendevano usare il pick-up della donna per compiere una rapina. I corpi delle vittime vennero fatti a pezzi, e i pezzi seppelliti in vari luoghi. Mitchell era stato condannato a morte nel 2003 per aver ucciso, assieme ad un complice, Alyce Slim, 63 anni, e sua nipote di 9 anni, Tiffany Lee, in Arizona il 28 ottobre 2001. Sia i due assassini che le due vittime erano Navajo, e gli omicidi sono avvenuti all’interno dei territori tribali, nella riserva Navajo nel nord-est dell'Arizona.
Orsinger all'epoca era minorenne, e in quanto tale non era passibile di pena di morte. È stato condannato all’ergastolo, che sta scontando in una prigione di Atlanta. Mitchell ha a lungo sostenuto che Orsinger, che all'epoca aveva precedenti penali, per quanto fosse più giovane, era stato il leader dell’improvvisata piccola banda criminale.
È la prima volta in più di mezzo secolo che il governo federale giustizia un nativo americano per un reato commesso su terre tribali contro altri membri della propria tribù. Una legge federale, il Major Crimes Act, vieta al Governo di emettere condanne a morte contro nativi americani per omicidi commessi su territori designati come “nazione indiana” a meno che non ci sia il consenso della tribù Nel caso di Mitchell il consenso non c’è stato, e la pubblica accusa federale locale non voleva chiedere la pena di morte, ma dal governo centrale l’allora procuratore generale John Ashcroft impose il ricorso a quello che viene considerato un “cavillo”, e fece chiedere la pena di morte per un reato diverso da quello di omicidio, ossia per “sequestro di persona culminato in omicidio”.
La parte di esecuzione a cui hanno assistito i giornalisti e i parenti delle vittime (nessun parente o amico di Mitchell ha presenziato) è iniziata alle 18:03. I testimoni hanno visto Mitchell già legato al lettino, coperto da un lenzuolo verde acqua da cui fuoriuscivano solo la testa e le mani. Due funzionari governativi hanno letto un estratto del mandato di esecuzione. Alla domanda se volesse dire qualcosa, Mitchell ha risposto: "No, sto bene".
Ai testimoni non è stato possibile individuare il momento in cui sono stati iniettati i farmaci letali. Hanno riportato che il petto di Mitchell si è mosso regolarmente fino alle 18:09, quando ha iniziato a rallentare. Secondo un reporter di IndyStar che ha assistito all'esecuzione, il petto ha smesso di muoversi completamente alle 18:10, dopo di chè tutto è rimasto in silenzio per quasi 20 minuti. Lee è stato dichiarato morto alle 18:29 (29 minuti dopo la mezzanotte in Italia).
Dopo l'esecuzione, un avvocato di Daniel Lee, padre della vittima di 9 anni, ha letto una dichiarazione preparata a nome di Lee, che gli stava accanto.
"Ho aspettato 19 anni per ottenere giustizia per mia figlia, Tiffany. Non riuscirò mai a riavere Tiffany, ma spero che questo possa portare alla chiusura definitiva di un capitolo”.
Nella dichiarazione, Lee ha ringraziato diverse agenzie coinvolte nel caso, tra cui il dipartimento di polizia della nazione Navajo, l'FBI e l'ufficio del procuratore degli Stati Uniti. Ha anche ringraziato il procuratore generale degli Stati Uniti William Barr e il presidente Donald Trump.
"Se non fosse stato per l'amministrazione Trump, non credo che avrei mai ricevuto giustizia".
La Navajo Nation si è invece fortemente opposta all'esecuzione. "Il fatto stesso che sia stato condannato nonostante l'opposizione della tribù a una condanna a morte rifletteva il disprezzo del governo per la sovranità tribale", hanno detto in una dichiarazione gli avvocati di Mitchell Jonathan Aminoff e Celeste Bacchi.
Quella di Mitchell è la quarta esecuzione federale effettuata quest’anno a Terre Haute, l’unico penitenziario in cui vengono compiute le esecuzioni federali.
Come le tre esecuzioni prima di Mitchell, sono stati fatti più appelli per sospendere o annullare la condanna a morte. Appelli che, come negli altri casi, non hanno avuto successo.
Domenica, gli avvocati di Mitchell hanno chiesto alla Corte Suprema degli Stati Uniti di sospendere l’esecuzione, richiesta che è stata negata martedì sera. Gli avvocati hanno anche presentato un'ultima richiesta di clemenza al presidente Donald Trump.
Gli avvocati hanno affermato che il caso di Mitchell è l'unica volta nella storia moderna in cui il governo federale ha chiesto la pena di morte per l'obiezione di una tribù quando il crimine è stato commesso su un terreno tribale.
La Navajo Nation ha costantemente obiettato all'esecuzione di Mitchell. I registri della Navajo Nation e degli avvocati di Mitchell mostrano che anche Marlene Slim, la madre di Tiffany e la figlia di Alyce, si è opposta al fatto che i pubblici ministeri perseguissero la condanna a morte al momento del processo.
Ma gli avvocati che rappresentano Marlene e il padre di Tiffany, Daniel Lee, hanno dichiarato mercoledì che i desideri dei loro clienti relativi alla condanna di Mitchell non erano stati "espressi accuratamente".
In un comunicato stampa mercoledì sera, un portavoce della Navajo Nation ha definito l'esecuzione di Mitchell "un affronto alla nostra nazione perché dovremmo essere noi a decidere su queste questioni. Abbiamo un sistema giudiziario equo e giusto per tutte le persone. Abbiamo leggi che proteggono il nostro popolo. Abbiamo uomini e donne coraggiosi nelle nostre forze di polizia che vegliano su di noi. Spetta a noi decidere sui crimini commessi nella nazione Navajo".
Il 31 luglio, il presidente della Nazione Navajo, Jonathan Nez, ha inviato una lettera a Donald Trump. "A nome della Navajo Nation, vi incoraggiamo vivamente a prendere in considerazione la clemenza per Lezmond Charles Mitchell", chiedendo al presidente di commutare la condanna di Mitchell in ergastolo.
Non era la prima volta che una lettera del genere veniva scritta. “In diverse occasioni, dal 2002, il Procuratore Generale della Navajo Nation, il Navajo Nation Council Standing Committee e il Chief Justice della Navajo Nation hanno informato il Procuratore degli Stati Uniti per il Distretto dell'Arizona dell'opposizione della Navajo Nation alla pena di morte per il caso di Mitchell", ha scritto Nez.
Le esecuzioni federali sono riprese a Terre Haute a luglio, dopo una pausa di 17 anni. Daniel Lewis Lee è stato il primo a essere giustiziato. In seguito sono stati giustiziati Wesley Ira Purkey, Dustin Lee Honken, e ora Lezmond Mitchell. Tra due giorni, il 28 agosto, dovrebbe essere giustiziato Keith Dwayne Nelson, condannato per rapimento, stupro e uccisione di una bambina di 10 anni nel Missouri nel 2001.
William Emmett LeCroy, che ha violentato e ucciso una donna in Georgia nel 2001, dovrebbe essere giustiziato il 22 settembre, e il 24 settembre dovrebbe essere giustiziato Christopher Andre Vialva, che ha assassinato due giovani sacerdoti in Texas nel 1999.
Mitchell diventa la 11a persona messa a morte quest’anno negli Stati Uniti, la 1.523a da quando gli USA hanno ripreso le esecuzioni nel 1977, e la 7a messa a morte dal Governo Federale da quando ha ripreso le esecuzioni nel 2001.

https://eu.indystar.com/story/news/crime/2020/08/26/lezmond-mitchell-executed-terre-haute/3442929001/

https://www.dailymail.co.uk/news/article-8665963/U-S-execute-Native-American-federal-death-row.html

 

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