15 Gennaio 2021 :
Corey Johnson è stato giustiziato mediante iniezione letale presso il Federal Correctional Complex di Terre Haute, Indiana, ed è stato dichiarato morto alle 23:34. ET del 14 gennaio. Johnson, ora 52 anni, nero, era stato condannato a morte nel 1993 assieme a due coimputati per aver ucciso un totale di 10 persone per prendere il controllo dello spaccio di droga in Virginia tra il 1989 e il 1992. Johnson aveva partecipato materialmente a 7 degli omicidi: quelli di Peyton Johnson, Louis Johnson, Bobby Long, Dorothy Armstrong, Anthony Carter, Linwood Chiles e Curtis Thorne. Anche i coimputati, James Roane e Richard Tipton, hanno ricevuto una condanna a morte federale, ma hanno ancora dei ricorsi pendenti.
Anche nel caso di Johnson nelle ultime settimane c’è stato un altalenarsi di ricorsi vinti e poi annullati. Sostanzialmente i suoi difensori hanno insistito sul basso quoziente intellettivo dell’uomo, calcolato all’epoca del processo in 77 punti, e in seguito, in 73, mentre i difensori insistono che il vero QI sarebbe 69. I difensori hanno poi sollevato la questione del Covid, in quanto Johnson recentemente aveva contratto il Covid, circostanza che avrebbe reso l’esecuzione particolarmente dolorosa.
Le autopsie effettuate negli ultimi anni sulle persone giustiziate per iniezione letale (vedi NtC 21/09/2020) hanno mostrato che il pentobarbital quasi sempre causa una condizione chiamata edema polmonare, in cui nei polmoni si forma del liquido mentre la persona è ancora cosciente, al punto che i polmoni delle persone giustiziate, in sede di autopsia risultano pesare il doppio rispetto a dei polmoni “normali”. Diversi esperti medici hanno avvertono che l’edema è già doloroso di suo, ma potrebbe essere più doloroso per le persone che si stanno riprendendo da COVID-19 perché il coronavirus provoca danni ai polmoni.
Inizialmente la giudice federale Tanya Chutkan, a Washington, DC, aveva concesso una sospensione, ma il 13 gennaio la Corte d’Appello federale aveva annullato il provvedimento, e nessun successo hanno avuto gli ultimi ricorsi alla Corte Suprema e la richiesta di clemenza.
Nella sua dichiarazione finale, Johnson si è scusato per i suoi crimini e ha detto alle famiglie delle vittime che sperava che trovassero pace. Ha anche ringraziato il personale della prigione, il cappellano della prigione, il suo ministro e il suo team legale. Inoltre, Johnson ha menzionato il suo ultimo pasto. "La pizza e il frullato di fragole erano meravigliosi, ma non ho ricevuto le ciambelle ripiene di gelatina che ho ordinato", ha detto. "Che succede? Questa cosa dovrebbe essere risolta."
L'esecuzione di oggi, sei giorni prima dell'entrata in carica del presidente eletto Joe Biden, coincide con una nuova spinta da parte di 40 membri del Congresso affinché l'amministrazione entrante di Biden dia la priorità all'abolizione della pena di morte in tutte le giurisdizioni. Mentre Biden si è impegnato ad abolire la pena di morte federale e a dare incentivi agli stati che perseguissero una via abolizionista, i 40 membri del Congresso vogliono assicurarsi che almeno quella federale di pena di morte venga messa in stallo già dal primo giorno.
Johnson diventa diventa la 12a persona giustiziata dall’anno scorso dal sistema federale, la 15a giustiziata dal governo federale da quando ha ripreso le esecuzioni nel 2001, la 2a persona giustiziata quest'anno negli Stati Uniti e la n° 1.531 da quando gli Stati Uniti hanno reintrodotto la pena di morte in 1976 e ripreso le esecuzioni nel 1977.