30 Novembre 2016 :
il giudice federale Richard M. Gergel ha autorizzato Dylann Roof a difendersi da solo. Dylann Roof, 22 anni, bianco, è accusato di aver ucciso 9 persone di colore il 17 giugno durante una sessione di studio biblico nella Chiesa Metodista Episcopale Africana “Emanuel” di Charleston.Il processo avrebbe dovuto avviarsi il 7 novembre con la fase di selezione della giuria popolare (sono stati convocati 516 candidati, la giuria popolare alla fine dovrà essere formata da 12 giurati più 6 di riserva). Quel giorno Roof ha chiesto di potersi difendere da solo, e al giudice Gergel che gli ricordava l’estrema complessità tecnica di un processo per omicidio, Roof ha detto di esserne consapevole, e di essere intenzionato a tenere l’avvocato d’ufficio che gli è stato affidato come consulente, che rimarrà al suo fianco in aula per tutta la durata del processo.
Il giudice ha affidato al Dr. James Ballenger un esame delle condizioni mentali dell’imputato. Ballenger ha esaminato l’imputato nel corso di due udienze che si sono tenute a porte chiuse.
Non sono noti i dettagli successivi, ma dal fatto che stamattina il processo sia ripreso con l’esame dei candidati alla giuria popolare si deduce che il giudice ha deciso di assecondare la richiesta di Roof.
La questione è comunque controversa. Fu una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti del 1975 (Farretta v. California) a fissare le norme per consentire ad un imputato di difendersi da solo. Ma quel caso non riguardava un caso di condanna a morte, e da allora è opinione comune che i processi capitali siano troppo complessi perché un imputato sia in grado di difendersi da solo in maniera adeguata.
Lo scorso anno in Kansas un giudice autorizzò un suprematista bianco, membro del Ku Klux Klan, Frazier Glenn Cross, a difendersi da solo perché riteneva offensiva la strategia del suo avvocato d’ufficio che voleva assolutamente impostare la difesa sulla disabilità mentale.
Il caso di Roof ha un’altra particolarità: dopo il processo federale, sarà processato anche da una corte statale, e anche in questo secondo processo la pubblica accusa chiederà la pena di morte. Al momento la strategia processuale di Roof è impostata sul dichiararsi “non colpevole”. Il che, per la procedura statunitense, non significa che Roof intenda negare gli addebiti. Significa che non cerca un accordo con la pubblica accusa, e che vuole essere processato in aula, probabilmente per avere l’attenzione dei media e poter argomentare sulle sue idee “politiche”.