SUDAN: CRISTIANA CONDANNATA A MORTE PER APOSTASIA

13 Maggio 2014 :

l’organizzazione International Christian Concern (ICC) ha appreso che una donna cristiana incinta del suo secondo bambino è stata formalmente riconosciuta colpevole in Sudan di adulterio e apostasia, puniti rispettivamente con 100 frustate e la morte. Questa mattina Meriam Yahia Ibrahim, 27 anni, è comparsa davanti alla Corte per l’Ordine Pubblico di El Haj Yousif a Khartoum per proclamare la propria innocenza rispetto alle accuse di adulterio e apostasia formulate dalla stessa Corte lo scorso 4 marzo. Ibrahim è stata allevata come Cristiana Ortodossa in una piccola città situata nella parte occidentale del Sudan. Dopo il conseguimento della laurea presso l’Università di Khartoum, Ibrahim stava svolgendo un dottorato quando ha sposato un Cristiano del Sud Sudan, Daniel Wani. Qualche tempo dopo aver scoperto la sua relazione con Wani, un parente di Ibrahim ha riferito del suo matrimonio alla polizia che vigila sul rispetto del Codice Penale per l’Ordine Pubblico del Sudan. Essendo nata in Sudan, Ibrahim è considerata una musulmana per nascita, rendendo il suo matrimonio con Wani, un non-musulmano, illegale agli occhi dei tribunali per l’ordine pubblico del Sudan.
Lo scorso 17 febbraio, senza alcuna imputazione e senza ricevere un processo equo e pubblico, Ibrahim è stata arrestata dalle autorità sudanesi e arbitrariamente incarcerata nella Prigione Federale Femminile di Omdurman, insieme al suo bambino di 10 mesi. Il Justice Center Sudan (JCS), un'organizzazione locale per i diritti umani che si occupa della difesa legale di Ibrahim, ha espresso l’intenzione di presentare un appello in suo favore. Secondo il team legale del JCS, guidato dal Co-fondatore del Centro Mohand Mustafa, Ibrahim è stata sottoposta a pressioni da parte di funzionari e religiosi sudanesi affinché si converta dal Cristianesimo all'Islam, probabilmente con la promessa di ridurre, se non eliminare, le accuse contro di lei. Il Centro non ha potuto confermare né smentire l'intenzione di Ibrahim di convertirsi o meno.
Lei e il suo bambino restano in prigione, separati dal loro marito e padre, Daniel Wani, il cui passaporto sarebbe stato revocato dal governo del Sudan. Gli esperti prevedono che le sentenze contro Ibrahim saranno applicate dopo la nascita del suo bambino, che dovrebbe avvenire il mese prossimo. Secondo JCS, Ibrahim ha subito percosse durante la prigionia, inoltre gli sono stati negati trattamenti medici, compresa l'assistenza prenatale per il suo bambino non ancora nato, e gli sono state negate vitamine prenatali necessarie a garantire una nascita sana.
A causa della condanna di Ibrahim per adulterio, Daniel Wani è ora legalmente impedito ad assumere la custodia dei bambini suoi e della donna. I bambini dovranno essere affidati alla custodia dello Stato sudanese nel caso di esecuzione di Ibrahim o di una sua detenzione prolungata. Dall'adozione in Sudan del Codice Penale per l’Ordine Pubblico nel 1991, non ci sono state persone messe a morte per la violazione delle leggi ispirate alla Sharia.
 

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