SPAGNA. IL PRESIDENTE DEL SENATO VUOLE UN RILANCIO DELLA MORATORIA ALL’ONU

Al centro del panel, il Presidente del Senato spagnolo, D. Javier Rojo

24 Febbraio 2005 :

si è svolta presso il Senato spagnolo, a Madrid, la presentazione della versione spagnola del Rapporto 2004 di Nessuno tocchi Caino sulla pena di morte nel mondo. Sono intervenuti il Presidente del Senato spagnolo, D. Javier Rojo, il deputato di Convergencia i Uniò (CiU) e membro della Commissione Esteri del Congresso spagnolo, Jordi Xuclà, e la curatrice del Rapporto e Tesoriera di NtC , Elisabetta Zamparutti. Erano inoltre presenti il Direttore del dipartimento diritti umani del Ministero degli Esteri spagnolo José Antonio de Ory e la co-curatrice Begonia Rodriguez-Antiguedad. 
Nel corso del suo intervento di apertura, il Presidente del Senato Javier Rojo ha detto che la Spagna deve essere il paese leader del movimento mondiale per la moratoria universale delle esecuzioni capitali attraverso la presentazione di una risoluzione all’Assemblea Generale dell’ONU che inizierà i suoi lavori il prossimo mese di settembre. Per questo, ha detto il Presidente Rojo, la Spagna deve “lavorare attivamente” affinché l’Onu approvi la risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni quale passaggio intermedio per la totale abolizione delle esecuzioni nel mondo. Questo, secondo il Presidente del Senato, deve essere il contributo europeo al mondo in termini di valori.
“Sono contrario alla pena capitale per questioni di principio, e non per motivi legati alla sua applicazione”, ha detto il Presidente Rojo, che si è dichiarato contrario anche nel caso di lotta al terrorismo.
Dei 131 paesi membri delle Nazioni Unite ad oggi sono 82 quelli completamente abolizionisti, 12 per crimini ordinari, 1, la Russia è impegnato ad abolirla nei confronti del Consiglio d’Europa, 5 rispettano una moratoria delle esecuzioni e 31 sono di fatto abolizionisti. Sono 60 i paesi membri dell’ONU mantenitori, di questi 29 hanno compiuto esecuzioni nel 2003 per un totale di almeno 5600 esecuzioni, il 99% delle quali è avvenuto in paesi totalitari e illiberali.
“I nostri dati dimostrano che la lotta alla pena di morte è una lotta per la democrazia e i diritti umani” ha detto Elisabetta Zamparutti che ha criticato l’Unione Europea che per ben due volte, nel 1999 e nel 2003, ha dimostrato di non voler ottenere il pronunciamento dell’Assemblea generale per non compromettere le relazioni con paesi come la Cina e l’Iran.
Da questo punto di vista assume particolare importanza la mozione approvata all’unanimità lo scorso novembre dal Congresso dei Deputati su iniziativa del parlamentare Jordi Xuclà del partito catalano CiU la quale ha impegnato il governo spagnolo a difendere innanzi alla prossima Assemblea Generale una risoluzione per la moratoria vista dell’abolizione definitiva.
Da parte sua, l’On. Xucla ha ricordato che quando fu chiesto al filosofo francese Jean-Pierre Faye cosa fosse l’Europa, egli rispose che “l’Europa è il luogo dove non c’è la pena di morte”, sostenendo la necessità di estendere il sistema di valori europei a tutto il mondo.
 

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