11 Aprile 2017 :
Dylann Roof, che l’11 gennaio 2017 è già stato condannato a morte da un giudice federale, oggi in una corte statale è stato condannato a 9 ergastoli “da scontare consecutivamente”. Roof, 23 anni, bianco, è accusato, ed ha ammesso, di aver ucciso 9 persone di colore il 17 giugno 2015 nella Chiesa Metodista Episcopale Africana “Emanuel” di Charleston.
Roof durante il processo federale si è difeso da solo ed ha “rivendicato” la sua idea di esacerbare i rapporti tra bianche e neri per tornare all’epoca del separatismo razziale.
Come è noto, per una scelta dei procuratori che è piuttosto rara, per Roof sono stati disposti sia il processo federale, che il processo statale. Quello federale è motivato con il fatto che il reato è stato rubricato come “hate crime” cioè “crimine d’odio”, reato che nella legislazione statunitense è equiparato ai reati di terrorismo, e quindi di competenza della giustizia federale. Il 31 marzo la stampa aveva appreso che Roof stava elaborando un accordo con la pubblica accusa statale. In base a tale accordo Roof si dichiara colpevole, e in cambio ottiene una non-condanna a morte.
Oggi questo accordo è stato ratificato dal giudice J.C. Nicholson. Questa forma processuale non ha richiesto il classico processo davanti ad una giuria popolare, il che è stato segnalato positivamente dalla pubblica accusa, rappresentata dall’avvocato Scarlett Wilson, che ha detto di aver acconsentito all’accordo anche per risparmiare alle famiglie delle vittime il dolore di un nuovo processo e di tutti gli appelli che ne sarebbero scaturiti.
La Wilson ha definito l’accordo odierno “una polizza assicurativa sulla condanna a morte federale”, condanna che secondo lei, vista la nuova amministrazione entrata in carica assieme al Presidente Trump, ha buone probabilità di arrivare a compimento.