19 Novembre 2020 :
Il cittadino norvegese Saad Jidre è stato condannato a morte il 18 novembre 2020 dal tribunale distrettuale di Hargeisa, nell'autoproclamata Repubblica del Somaliland.
“È difficile vedere violazioni dei diritti umani maggiori di quelle cui è stato esposto il nostro cliente. E’ stato tirato fuori da una cella e condotto con una scorta militare da un giudice. Senza preavviso e senza la presenza di un avvocato, è stato condannato a morte”, ha affermato l'avvocato John Christian Elden, che insieme all'avvocato Farid Bouras assiste il 54enne cittadino norvegese.
"Siamo stati in contatto con l'avvocato di Jidre in Somaliland, Abdirahman Mohamed Mohamoud, e ora proveremo a presentare appello contro il verdetto", ha detto Farid Bouras.
Gli avvocati Elden e Bouras hanno anche contattato il ministro della Giustizia del Somaliland, Mustafa Mahamud Ali, e hanno cercato di spiegare che Saad Jidre è vittima di una cospirazione.
“È del tutto inaudito e uno scandalo assoluto che il tribunale abbia condannato a morte il nostro cliente per omicidio premeditato. Saad Jidre è stato aggredito senza motivo e si è difeso, mettendosi in salvo”, ha affermato Bouras.
“L'uomo del cui omicidio Saad Jidre è stato accusato, è morto diverse ore dopo aver presumibilmente attaccato Jidre. Non è stata presentata alcuna prova che documenti come lo scontro tra Jidre e quest’uomo abbia a che fare con la morte di quest’ultimo”, ha affermato l’avvocato Bouras.
“Il problema è che la persona deceduta proviene da una famiglia ricca e influente di Hargeisa. Crediamo che la sua famiglia abbia esercitato pressioni e utilizzato i propri contatti per far condannare Saad Jidre, ha detto l'avvocato al giornale norvegese Dagbladet.
Jidre, che è cittadino norvegese da 25 anni ed è residente a Oslo, ha una versione dei fatti completamente diversa da quella sostenuta dalla pubblica accusa del Somaliland.
“La sera del 4 aprile, alle ore 21, mentre ero in vacanza in Somaliland, sono stato aggredito all’improvviso”, ha detto Jidre al Dagbladet in un'intervista telefonica dalla prigione di Hargeisa, lo scorso giugno.
“Sono stato aggredito per strada. Ho preso calci e pugni, mentre cercavo di proteggermi. A un certo punto sono riuscito a prendere una bomboletta spray di auto-difesa, che avevo comprato a Oslo. Credo fosse spray al peperoncino, che ho pagato 159 corone al negozio. Alla fine sono scappato e mi sono messo in salvo”, ha detto Jidre.