28 Dicembre 2006 :
mentre l’Unione Europea attraverso la presidenza Finlandese esprime contrarietà alla pena di morte in qualsiasi caso e in qualsiasi Paese, compreso quello di Saddam Hussein, Londra, Parigi e Berlino non entrano nel merito della condanna in appello dell’ex dittatore, pur riaffermando la propria contrarieta' in linea di principio alla pena capitale.Per Londra ''spetta alle autorita' irachene'' decidere il destino dell'ex Rais. ''La nostra posizione e' immutata. Come ha detto il primo ministro Tony Blair, la questione compete interamente al tribunale indipendente iracheno'', ha dichiarato un portavoce del ministero degli esteri britannico.
Un portavoce del ministero degli Esteri francese, Denis Simmonneau, ha commentato che la decisione di condannare a morte l'ex dittatore ''appartiene al popolo iracheno e alle autorita'
sovrane del Paese'', ribadendo nel contempo la posizione di Parigi a favore dell'abolizione della pena di morte. ''Per quanto ci riguarda - ha aggiunto - la cosa piu' importante e' la riconciliazione del popolo iracheno e il ritorno della piena sovranita' del Paese''.
Nel rispondere a una domanda sulle possibili conseguenze in Iraq dell'esecuzione di Saddam, il portavoce del ministero degli Esteri ha osservato come finora la decisione della Corte d'appello irachena di confermare la sentenza di morte abbia provocato reazioni minime.
Anche il Governo tedesco ha affermato di non poter commentare il verdetto di una Corte, ''per via del principio dell'indipendenza del potere giudiziario''. Berlino, comunque, ''rifiuta categoricamente la pena di morte'', ha precisato un portavoce del governo, aggiungendo pero' che non vi e' motivo di dubitare sulla correttezza formale del processo all'ex leader iracheno.
Per Washington infine la decisione della Corte d'appello irachena ''segna un'importante pietra miliare nello sforzo del popolo iracheno di sostituire la tirannia con uno stato di diritto''.