08 Giugno 2021 :
I familiari di due prigionieri in attesa di esecuzione in Arabia Saudita, il 7 giugno 2021 hanno chiesto al ministro degli Esteri britannico Dominic Raab di premere per il loro rilascio, in occasione della sua visita nel Regno.
Il 3 giugno la Corte Suprema saudita ha confermato la condanna a morte di Mustafa al-Darwish, che è stato arrestato quando era ancora minorenne nel 2015 per presunta partecipazione a rivolte antigovernative nella Provincia Orientale, a maggioranza sciita.
Secondo i documenti del tribunale, Darwish è stato sottoposto a prolungata detenzione preventiva, tortura e a un processo gravemente iniquo.
I parenti di Darwish hanno detto il 7 giugno che c'è un "rischio immediato" che la sua condanna a morte venga eseguita.
"Abbiamo ricevuto la tragica notizia che la Corte Suprema ha confermato la condanna a morte il 3 giugno, dopo che per mesi abbiamo cercato disperatamente di ottenere informazioni", hanno detto, parlando attraverso l'organizzazione per i diritti umani Reprieve, ha riportato The Times il 7 giugno.
"Il coraggio di Raab nel sollevare il caso di Mustafa potrebbe significare che non si procederà con la sua esecuzione".
Raab ha incontrato il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman il 7 giugno, rendendo poi noto di aver discusso di "interessi condivisi tra cui il commercio, l'Iran e il cambiamento climatico".
Non è chiaro se il Ministro degli Esteri britannico abbia sollevato la questione dei minorenni che in Arabia Saudita rischiano l’esecuzione.
Il secondo detenuto a rischio di esecuzione è Abdullah al-Huwaiti, condannato per omicidio e rapina a mano armata nell'ottobre 2019 quando aveva 17 anni, insieme ad altri cinque imputati.
Huwaiti afferma di essere stato costretto a confessare i presunti crimini sotto tortura, inoltre la sua famiglia sostiene che i video delle telecamere di sicurezza dimostrino che non era presente sulla scena dei crimini.
Anche gli esperti per i diritti umani delle Nazioni Unite hanno espresso "profonda preoccupazione" per la permanenza di Huwaiti nel braccio della morte. Hanno affermato che è stato condannato per un "crimine presumibilmente commesso quando era minorenne e che ora rischia l'esecuzione a seguito di un processo segnato da accuse di tortura".
Lo scorso aprile, il Re saudita Salman ha emesso un decreto che mette fine nel Paese alle condanne a morte per reati commessi in età minore, stabilendo invece che la pena massima siano 10 anni da trascorrere in una struttura di detenzione minorile.
Gruppi per i diritti umani hanno tuttavia sollevato preoccupazioni sull’attuazione del decreto reale e hanno avvertito che molti giovani rischiano ancora la pena di morte.