31 Agosto 2007 :
i boia, nel mondo, hanno ancora molto da fare. A poche settimane dalla presentazione di una risoluzione sulla moratoria universale della pena di morte all'Assemblea generale delle Nazioni Unite da parte dell'Unione europea e su ispirazione dell'Italia, e' agghiacciante il quadro tracciato dal Rapporto 2007 di Nessuno tocchi Caino sulle esecuzioni capitali.Nonostante proteste e iniziative umanitarie, in molti Paesi del mondo ad essere giustiziati sono anche i bambini. E nel 2006 sono aumentati gli Stati che hanno fatto ricorso alla pena di morte - 27 contro i 24 del 2005 - e il numero delle esecuzioni esecuzioni è di almeno 5628 contro le 5494 dell'anno precedente. Il mestiere del boia e' ancora di attualita' in molti regimi islamici, in alcune democrazie, perfino in un Paese dell'Europa (la Bielorussia). E le classiche forme di messa a morte dei condannati testimoniano una barbarie che rimane radicata: fucilazione, sedia elettrica, decapitazione, impiccagione, iniezione letale, lapidazione, spesso precedute e accompagnate da torture fisiche e psicologiche.
Cina, Iran e Pakistan, tra i 51 Stati che mantengono la pena capitale, detengono il primato delle condanne a morte eseguite: rispettivamente almeno 5000, 215 e 82. In Iran, nel 2006 sono stati giustiziati sette minori. Gli Stati Uniti hanno messo a morte 53 persone, in lieve calo rispetto all'anno precedente.
Tra il 30 giugno 2005 e il 30 giugno 2006 ci sono state in Bielorussia cinque esecuzioni.
La sorpresa, invece, arriva dall'Africa, dal continente delle lotte tribali e dei genocidi incontrollabili. Se e' vero che nel 2006 le esecuzioni documentate sono state 80,in netto aumento rispetto alle 19 del 2005, e' anche vero che sono numerosi i Paesi che si sono schierati a favore della risoluzione sulla pena di morte, come ha rilevato il premier Romano Prodi nell'introduzione al Rapporto di Nessuno tocchi Caino.
Il presidente del Consiglio definisce 'straordinario' l'impegno dell'Africa. E cita il Sudafrica, il Mozambico, l'Angola, il Senegal, la Liberia, la Repubblica democratica del Congo e il Ruanda 'che nella loro storia recente hanno conosciuto le piu' gravi violazioni al diritto umanitario internazionale' e che 'si sono uniti alla nostra campagna globale'. A conferma, il riconoscimento tributato a Paul Kagame, presidente del Ruanda, con il Premio 'L'abolizionista dell'Anno 2007', promosso da Nessuno tocchi Caino quale riconoscimento alla personalita' che piu' di ogni altra si e' impegnata sul fronte della moratoria delle esecuzioni capitali e dell'abolizione della pena di morte.
Kagame e' anche autore della Prefazione del Rapporto, nella quale ricorda che 'i ruandesi hanno sconfitto la leadership responsabile del genocidio (gli hutu, ndr), il suo Stato e la cultura dell'impunita' '.
Secondo Nessuno tocchi Caino, 'l'abolizione della pena di morte e l'adesione alla campagna per la moratoria universale delle esecuzioni capitali sono atti dallo straordinario valore simbolico, con i quali il Ruanda dimostra emblematicamente al mondo che si puo' porre fine all'assurdo ciclo della vendetta e che le istanze di giustizia e legalita' non si risolvono con la pena capitale'.