03 Luglio 2014 :
si è svolta la seconda giornata della conferenza pan-africana sulla pena di morte ed è iniziata con le relazioni delle cinque commissioni tematiche tenutesi nella giornata precedente relative al ruolo dei parlamentari, società civile e media, gruppi professionali, commissioni economiche e delle istituzioni nazionali sui diritti umani. L'orientamento dei partecipanti alla Conferenza è stato quello di moltiplicare gli sforzi di interazione tra i vari gruppi tanto a livello nazionale quanto regionale con la speranza che un domani, tanto il Parlamento Pan-Africano quanto la Corte africana sui diritti umani possano assumere un ruolo simile alle rispettive istituzioni europee.Alcuni dei temi sono stati poi approfonditi in plenaria sotto la presidenza della ruandese Sylvie Kaytesi, Presidente del gruppo di lavoro della Commissione africana sulla pena di morte. Il professor Mabassa Fall, della Federazione internazionale della lega dei diritti dell'uomo, ha affrontato le influenze politiche nel processo di abolizione; il giudice beninese Nicolas Assogba ha affrontato le problematica relative all'amministrazione della giustizia nei paesi che hanno abolito e in quelli retenzionisti della pena di morte; Paul Obiagwi, della Federazione cattolica dei militanti contro la tortura, ha affrontato le influenze religiose nel mantenere ma anche nell'abolire la pena di morte ed infine Chino Obiagwu della Coalizione mondiale ha presentato vari esempi di giustizia tradizionale e ristorativa nel continente.
Le maggiori preoccupazioni dei partecipanti hanno riguardato il ruolo che certe posizioni religiose, ma anche tradizionali, possono giocare nella mobilitazione populista dell'opinione pubblica contro anche la mera sospensione delle esecuzione in quei paesi che applicano una moratoria de facto. Allo stesso tempo, son stati presentati studi che argomentano dal punto di vista anche islamico, la necessità di praticare il perdono piuttosto che la "vendetta". Tutti concordano che comunque una mancanza di dibattito informato porta allo stallo riformatore come all'accrescere di strumentalizzazioni politiche e religiose tanto della pena di morte quanto dell'ampliamento della penalizzazione di comportamenti umani.
Nel pomeriggio sono previsti cinque gruppi di lavoro regionali africani e una nuova sessione plenaria che affronterà la Moratoria Universale della pena di morte dove prenderà la parola Marco Perduca, a nome di Nessuno tocchi Caino, rappresentante all'Onu del Partito Radicale.