PENA DI MORTE: CONTINUA LA MISSIONE RADICALE IN CIAD

L'incontro con il Presidente dell’Assemblea Nazionale Kabadi

22 Novembre 2012 :

E’ continuata oggi la missione di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale in Ciad volta a sostenere il processo abolizionista sul piano interno e a ottenere il voto favorevole del paese africano alla Risoluzione ONU per la Moratoria Universale delle esecuzioni capitali.
La delegazione radicale, composta dal Presidente di Nessuno tocchi Caino Marco Pannella, dalla Tesoriera Elisabetta Zamparutti, dal Segretario Generale del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Demba Traorè, e dal Consigliere Generale del Partito Radicale Matteo Angioli, ha incontrato il Presidente dell’Assemblea Nazionale Haroun Kabadi che, dopo aver dato conto dei passi che sono stati compiuti dal Paese nel campo dei diritti umani durante anni difficili, si è impegnato a chiedere al Ministro degli Esteri una partecipazione del Chad al voto sulla Risoluzione pro moratoria nella plenaria dell’Assemblea Generale previsto per metà dicembre.
Durante l’incontro con la sottosegretaria al Ministero degli Affari esteri, Tedebe Ruth, la delegazione è stata messa al corrente dei numerosi protocolli e trattati internazionali firmati dal Chad e del lavoro in corso di preparazione per quanto riguarda i rapporti che il Paese dovrà sottoporre al Consiglio diritti umani dell’ONU in vista del prossimo Esame Periodico Universale previsto per il 2013. Nel corso dell’incontro è stato fatto presente che nel processo di revisione del codice penale e del codice di procedura penale la pena di morte e stata messa tra parentesi perchè in contrasto con lo Statuto di Roma istitutivo del Tribunale penale internazionale che esclude la pena capitale anche per i gravi crimini contro l’umanità. Tedebe Ruth ha detto che darà istruzioni a New York perchè il Paese partecipi al voto sulla risoluzione pro moratoria in vista del passaggio in plenaria.
Il Ministro della Giustizia Abdoulaye Sabre Fadoul ha ricordato come la pena di morte sia un retaggio del codice penale francese ma che nei fatti non esiste più in un Paese in cui la tendenza è favorevole all’abolizione. Secondo il Ministro non esiste una contrapposizione tra abolizionisti e mantenitori nell’opinione pubblica, le resistenze venendo piuttosto da certe elites che pensano che il mantenimento contribuisca a dare una risposta alle esigenze di sicurezza. Ha ricordato come la revisione del codice penale prevede un passaggio in Consiglio dei Ministri dove spera che si possa modernizzare il Paese anche sotto questo profilo. Il Ministro della Giustizia ha fatto presente le gravi condizioni in cui versano le carceri dove sono ristrette circa 3.500 persone per le quali il solo nutrimento costituisce un problema per le casse dello Stato. Il Ministro ha anche espresso apprezzamento per l’approccio della delegazione radicale, ben diverso dalle lezioni morali che su questo tema danno spesso altri interlocutori.
Ha fatto seguito l’incontro con il Ministro della Terra Jean Bernard Padare che, a titolo personale, si è detto favorevole all’abolizione anche in ragione della sua militanza contro la pena di morte quando era Presidente della Lega del Chad per i Diritti Umani. Ha poi sottolineato la necessità di campagne di sensibilizzazione per un Paese che a suo giudizio non è ancora pronto all’abolizione. Non ha mancato di richiamare l’attenzione sulle condizioni delle carceri e ha sottolineato l’importanza della visita della delegazione radicale che lascerà a suo giudizio delle tracce nel Paese.
La delegazione radicale ha poi incontrato rappresentanti della comunità internazionale quali l’Ambasciatrice della Commissione UE in Chad, Helene Cave, la consigliera per gli affari politici dell’Ambasciata tedesca Marthi Larretgere e l’Ambasciatore di Francia Michel Reveyrand. 
Tutti hanno sottolineato i progressi fatti da un paese che è uscito solo dal 2008 da 20 anni di conflittualità ed in cui  resiste quasi miracolosamente un clima di relativa serenità e stabilità nonostante le tensioni del Sahel, della regione dei grandi laghi e del Sudan. Hanno poi sottolineato come serva una maggior presenza della comunità internazionale in un Paese che è agli ultimi posti per aiuti allo sviluppo ricevuti.
A conclusione della giornata vi è stato l’incontro con le ONG Human Rights Without Borders, rappresentata da Deuzoumbé Daniel Passalet. I militanti dei diritti umani si sono impegnati a fare una demarche affinchè il Ciad voti a favore della Risoluzione ONU e sul piano interno hanno sottolineato come le principali resistenze all’abolizione provengano dalla magistratura. Hanno sottolineato inoltre l’importanza di percorrere la via internazionale per l’abolizione attraverso la ratifica del Secondo Protocollo Opzionale per poi avere il tempo di avviare campagne di sensibilizzazione sul piano interno rivolte a parlamentari, magistrati e all’opinione pubblica.
 

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