PAKISTAN: RELIGIOSO CONDANNATO A MORTE PER LO STUPRO DI UNA BAMBINA

16 Marzo 2021 :

Un tribunale pakistano il 13 marzo 2021 ha condannato a morte un religioso per aver stuprato una bambina di otto anni nella città di Peshawar nel 2019, secondo quanto riportato dal Dawn.
Il giudice Wadeeya Mustaq Malik ha stabilito che Qari Saeed è colpevole di stupro e lo ha condannato a morte ai sensi della sezione 376 (3) del Codice Penale pakistano.
Il tribunale ha anche stabilito che, poiché la bambina ha riportato danni mentali e fisici per la vita, il condannato deve obbligatoriamente pagare un risarcimento di 300.000 rupie sotto forma di certificati di risparmio che la vittima potrà ritirare al compimento dei 18 anni.
“Per quanto riguarda l’entità della pena non si sono potute trovare circostanze attenuanti e anzi, esistono circostanze aggravanti. Lo stupro è stato commesso ai danni di una bambina di otto anni", ha stabilito Malik, aggiungendo che il condannato era il “pesh imam” (leader della preghiera) di una moschea, e che ha commesso il crimine in una delle sue stanze.
Il tribunale ha osservato che il condannato ha un master di Islamiyat (Studi Islamici) e conduceva la preghiera del venerdì nella sua moschea.
La sentenza ha aggiunto che il reato è stato particolarmente raccapricciante in quanto l’imputato avrebbe, nel corso della violenza sessuale, morso e ferito la bambina sul collo.
Il giudice ha stabilito: “Le affermazioni del minore non solo sono veritiere e meritano fiducia, ma non sono state contraddette neanche sotto l'aspetto materiale.
La denuncia della violenza sessuale fu registrata dalle forze dell'ordine il 14 marzo 2019, su presentazione del padre della bambina.
Il denunciante aveva detto che lui e altri membri della famiglia erano presenti nella loro abitazione quando sua figlia era tornata da fuori piangendo e aveva detto che Qari Saeed l'aveva chiamata nella moschea con il pretesto di regalarle un amuleto, ma l'aveva aggredita sessualmente in una stanza.
Il condannato ha respinto l'accusa, affermando di essere stato falsamente implicato nel caso per volere della comunità religiosa di Ahmadi, che lui aveva molto criticato.
Il religioso non sarebbe tuttavia riuscito a provare tale affermazione.

 

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