PAKISTAN: NEL BRACCIO DELLA MORTE È DIVENTATO UN PITTORE

Aziz Bugti

19 Settembre 2023 :

Aziz Bugti è rinchiuso nel Carcere Centrale di Karachi, in Pakistan, dopo essere stato condannato a 210 anni di reclusione e alla pena capitale quattro volte.
Bugti proviene dalla zona di Dera Bugti, nel Belucistan, ed è stato riconosciuto colpevole di aver pianificato attentati e piazzato esplosivi.
E’ stato arrestato durante l'era dell'ex presidente Pervez Musharraf e ha già trascorso 18 anni in carcere. Questo non gli ha tuttavia impedito di diventare un pittore.
“Ero una persona vendicativa – ha dichiarato Bugti - avevo dentro di me tanto odio per la gente e per qualche tempo non mi sono nemmeno considerato pakistano, ma ora mi sento più che mai parte del sistema”.
Parlando con MM News, Bugti ha detto che non sapeva leggere, scrivere o dipingere quando è arrivato alla prigione centrale. Tuttavia, ha preso lezioni d'arte per istruirsi.
Ha imparato a dipingere ed è diventato un artista, partecipando anche a diverse mostre.
Ha anche preso parte a un concorso della Banca di Stato a cui hanno partecipato oltre 200 artisti provenienti da tutto il Pakistan.
“Non sapevo né leggere né scrivere. Nemmeno sapevo come dipingere o cosa fossero i colori. Quando sono arrivato qui, mi sono interessato e ho lavorato duro”, ha detto.
Bugti ha spiegato che i detenuti si stanno ora preparando per la Giornata culturale del Sindh in cui decoreranno le loro sezioni in prigione.
Ha detto di non essere solo, avendo una squadra di altri detenuti che lavorano con lui.
Ha aggiunto di aver realizzato una scultura del suo studente, anche lui prigioniero nel braccio della morte.
Il funzionario del Carcere Centrale Misbah ha detto che molti prigionieri che studiano belle arti hanno imparato il mestiere e lo stanno insegnando ad altri.
Il suo concetto di Muro del Sindh è quello di dare ai detenuti l'opportunità di mostrare la cultura della provincia dipingendo motivi “ajrak” e “rilli” sui muri.
Sempre secondo il funzionario, tali progetti dimostrano che anche i prigionieri possono lavorare con arti e mestieri. La prigione – ha detto - è ritenuta un luogo in cui si impara il crimine, invece si è trasformata in una struttura di correzione.
Ha detto che il dipartimento ha rinominato la struttura del Sindh come Correzionale, e ora tenta di riabilitare i prigionieri.
Questo sforzo include la produzione di oggetti artistici, di perle per collane, lezioni di inglese e perfino imparare a gestire la rabbia.
Le suddette attività aiutano a riabilitare i prigionieri e a renderli membri produttivi della società, ha aggiunto.
Il prigioniero Aziz Bugti serve a ricordare che bisogna odiare il crimine e amare la vita. Ciò dimostra che i prigionieri non sono criminali violenti ma membri della società, ha concluso.

 

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