11 Gennaio 2022 :
Un cristiano è stato condannato a morte in Pakistan il 6 gennaio 2022, un decennio dopo essere stato accusato di blasfemia.
Zafar Bhatti, 58 anni, avrebbe inviato messaggi di testo blasfemi dal suo telefono.
L’uomo ha sempre negato le accuse ma nel 2012 è stato imputato per blasfemia e nel 2017 è stato condannato all'ergastolo.
Un appello in favore di Bhatti è stato presentato dalla ONG cristiana di assistenza legale CLAAS-PK, che lo ha sostenuto durante tutta la vicenda.
Lo scorso ottobre, il caso è stato rinviato a un tribunale dal giudice Abdul Aziz, il quale ha affermato che l’imputato avrebbe dovuto essere condannato a morte piuttosto che all’ergastolo.
Bhatti è stato ora condannato a morte dal tribunale di Rawalpindi ed è detenuto in regime di massima sicurezza per le minacce di morte ricevute da parte di estremisti.
CLAAS-PK ha chiesto che Bhatti, un diabetico, riceva la libertà su cauzione e venga rilasciato per motivi medici, dopo aver avuto un infarto in prigione lo scorso ottobre, tuttavia la richiesta è stata respinta dalle autorità pakistane.
La ONG afferma che la sua salute sta continuando a peggiorare dietro le sbarre.
Nasir Saeed, direttore del CLAAS-PK, ha dichiarato che Bhatti è una vittima della legge sulla blasfemia del Pakistan.
"Sin dalla promulgazione della legge sulla blasfemia in Pakistan, la legge è risultata oppressiva e spesso strumentalizzata", ha affermato.
"I provvedimenti sono stati utilizzati come strumenti di vendetta in controversie personali, per prendere di mira le minoranze religiose e per opprimere oppositori politici o voci critiche, mettendo a repentaglio la vita degli accusati e delle loro famiglie, i membri delle loro comunità, i giudici, gli avvocati e tutti coloro che cercano giustizia.
"La situazione continua a deteriorarsi e le minoranze vivono sotto costante minaccia poiché il governo non è riuscito a proteggere le minoranze religiose negli ultimi anni, esacerbando le divisioni religiose esistenti e creando così un clima di intolleranza religiosa, violenza e discriminazione contro minoranze vulnerabili nel Paese, inclusi Ahmadi, Indù e Cristiani.
"Negli ultimi anni sono stati registrati diversi casi di blasfemia contro Indù, Cristiani e persino contro Musulmani, sulla base di semplici sospetti".