PAKISTAN: CONDANNATO A MORTE PER LO STUPRO DELLA FIGLIA

25 Settembre 2023 :

Un tribunale del distretto di Lahore, in Pakistan, il 22 settembre 2023 ha condannato a morte un uomo per aver violentato la figlia adolescente.
"Un padre è sempre considerato un tutore e protettore naturale dei suoi figli, e se una figlia viene presa in giro da qualcuno fuori casa, si lamenta contro di lui davanti al padre, considerandolo come suo tutore, tuttavia nel presente caso il padre commettendo l’incesto ha distrutto la personalità, l'anima e il corpo della sua figlia minorenne", ha osservato il giudice Mian Shahid Javed nella sentenza.
"Il minore ha subito un disastro psicologico", ha detto il giudice, dopo aver ritenuto solide le prove presentate dall’accusa.
Il reato commesso dall’imputato, identificato come Rafique, è scioccante e oltraggioso anche per la coscienza pubblica e sradica il tessuto sociale, ha osservato il giudice.
Non esiste alcuna circostanza attenuante, anzi, le circostanze sono aggravanti, ha continuato.
Di conseguenza, l'accusato è stato giudicato colpevole ai sensi della sezione 376(3) del codice penale pakistano, relativo allo stupro, ed è stato condannato a morte.
Verrà appeso per il collo finché non sarà morto, ha ordinato il giudice.
Inoltre, l’imputato è stato condannato a pagare alla vittima una multa di 1 milione di rupie come risarcimento, ai sensi della sezione 544-A del codice di procedura penale.
In caso di mancato pagamento del risarcimento, il condannato è punito con la reclusione per sei mesi.
Il denunciante, Suleman, era a casa sua il 31 marzo 2019, quando ha sentito grida e rumori provenire dalla vicina casa di sua zia paterna, Kausar, intorno alle 8:30.
Suleman si è precipitato a casa di sua zia, mentre anche altre due persone, M Ismail e Siddique, sono accorse.
La zia lo ha informato che suo marito, l’imputato, teneva nella stanza la figlia di 14 anni e che la ragazza stava piangendo.
Sentendo questo, Suleman, M Ismail e Siddique hanno chiesto all’uomo di aprire la porta, cosa che non ha fatto. Quando sono riusciti a entrare, hanno visto l’uomo che violentava sua figlia.
Nel corso del procedimento, l'avvocato difensore ha sostenuto che contro l'imputato sono state presentate accuse false e che il pubblico ministero non sia riuscito a dimostrare la propria tesi.
L'avvocato difensore ha inoltre sostenuto che l'ufficiale medico donna non ha riscontrato tracce di sanguinamento o macchie al momento dell'esame, chiedendo quindi l'assoluzione.
L’imputato ha sostenuto che l'accusa e i testimoni stessero cercando di impossessarsi della sua casa tramite ricatto.
Nel corso del procedimento è stato tuttavia dimostrato che la moglie e la figlia risiedevano già nella stessa casa e che quindi non era necessario che se ne impossessassero.

 

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