PAKISTAN: CONDANNA A MORTE COMMUTATA IN ERGASTOLO

31 Ottobre 2023 :

L'Alta Corte di Peshawar ha commutato in ergastolo la condanna a morte che era stata emessa nei confronti di un uomo per aver ucciso quattro suoi familiari, nel distretto di Nowshera circa sei anni fa, ha riferito Dawn il 30 ottobre 2023.
Il collegio composto dal giudice Ishtiaq Ibrahim e dal giudice Sahibzada Asaduallah ha parzialmente accolto l’appello presentato dal condannato di nome Zahoor, residente nell'area di Balu, confermando la sua colpevolezza, stabilita dal tribunale di prima istanza, ma riducendo la pena.
Il condannato ha realizzato un compromesso con tutti gli eredi legali maggiorenni delle persone decedute, mentre uno degli eredi legali era un minore al quale deve versare un risarcimento (Diyat). Il condannato ha affermato tuttavia di essere indigente e di non avere soldi da versare per il suddetto erede legale minorenne.
Il collegio giudicante ha concluso che, alla luce delle prove disponibili, l'accusa abbia dimostrato che l’imputato ha commesso gli omicidi di suo padre, fratello, nipote e di un altro nipote minorenne.
"Di conseguenza, non siamo convinti di assolvere l'imputato sulla base di un compromesso parziale, piuttosto tratteremo il suo caso ai sensi della sezione 338-E del Codice penale", ha osservato la Corte.
Una denuncia era stata registrata contro Zahoor presso la stazione di polizia di Akbar Pura a Nowshera il 17 aprile 2017, ai sensi delle sezioni 302 e 324 del Codice. La denunciante era la signora Saira, moglie di Faqir Hussain.
La donna ha affermato che, insieme a suo suocero Atlas Khan, al marito Faqir Hussain, alla figlia minore Manahil, al figlio minore Nisar, ai cognati Arshad Khan e Zahoor, erano presenti a casa quando ha avuto luogo una lite tra Zahoor e suo padre Atlas Khan. Ha affermato che Zahoor voleva vendere una casa appartenente ad Atlas Khan, mentre quest'ultimo si rifiutava di farlo.
Poco dopo mezzanotte, Zahoor ha aperto il fuoco provocando la morte di quattro persone.
Il tribunale di prima istanza aveva condannato a morte Zahoor il 12 novembre 2019 su quattro capi di imputazione e gli aveva inoltre ordinato di pagare un risarcimento di 200.000 rupie agli eredi legali di ciascuna delle persone decedute.
Gli avvocati Sajeed Afridi e Mohammad Nauman Khan hanno rappresentato l’appellante, mentre l'avvocato Amirullah Khan Chamkani è comparso come amicus curiae per assistere la corte nel valutare se, alla luce del compromesso parziale, l’appellante potesse essere assolto ai sensi delle disposizioni Qisas e Diyat del Codice penale.
Nel corso dell'udienza di appello, gli eredi legali di tutte e quattro le persone decedute hanno raggiunto un compromesso con Zahoor, e anche per conto di un erede legale minorenne, tuttavia, l’appellante non è stato in grado di pagare la Diyat (prezzo del sangue) all’erede legale minore di nome Yahya, figlio di Faqir Hussain.
Sajeed Afridi ha chiesto alla corte di accogliere l’appello e di ordinare l'assoluzione sulla base di un compromesso parziale. Ha detto che l’appellante era molto povero e non aveva risorse per pagare l'importo all'erede legale minorenne.
Nella sua sentenza di 22 pagine, la Corte ha fatto riferimento a diverse sentenze delle corti superiori sul punto in questione.
La Corte ha osservato che la punizione assegnata a Zahoor era di natura Ta’zir (a discrezione del giudice) e non Qisas (occhio per occhio), dal momento che la prova richiesta per un caso di Qisas ai sensi della sezione 304 del Codice non era stata prodotta dinanzi al tribunale di prima istanza.
Il collegio giudicante ha inoltre osservato che, trattandosi di un caso Ta'zir, era stato raggiunto un compromesso tra il ricorrente e gli eredi legittimi delle persone decedute, anche questo in pendenza di appello, quindi, alla luce delle sentenze del tribunale superiore, il presente caso doveva essere trattato ai sensi della sezione 338-E del Codice, che tratta della rinuncia o aggravamento dei reati.
La Corte ha osservato che, in questo caso, può assolvere o punire secondo il principio Tazir l'autore del reato a sua discrezione, tenendo conto dei fatti e delle circostanze.

 

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