PAKISTAN: 6.161 PRIGIONIERI NEL BRACCIO DELLA MORTE

14 Ottobre 2024 :

Sono 6.161 i prigionieri nel braccio della morte del Pakistan al 30 settembre 2024, un aumento rispetto ai 6.039 dell'anno scorso, secondo un rapporto di Justice Project Pakistan (JPP).
Il JPP è uno studio legale senza scopo di lucro con sede a Lahore che rappresenta i prigionieri pakistani più vulnerabili che affrontano le punizioni più severe, in patria e all'estero.
La ONG ha recentemente pubblicato la terza edizione del suo rapporto annuale intitolato ‘Pena di morte in Pakistan: mappatura dei dati sulla pena di morte commemorando la 22a Giornata mondiale contro la pena capitale’.
Secondo il rapporto, sono 6.161 i prigionieri nel braccio della morte in Pakistan, un aumento rispetto ai 6.039 segnalati nel 2023. Il numero più alto di prigionieri si trova nella provincia del Punjab con 2.505, seguito dalla provincia del Khyber Pakhtunkhwa con 2.311.
Il numero è in contrasto con le tendenze precedenti, come nel 2022, quando la popolazione del braccio della morte pakistano era di 3.226. L'edizione del 2024 ha ampiamente trattato il panorama della pena di morte in Pakistan, consolidando sia i dati quantitativi che qualitativi.
Il rapporto non solo presenta una panoramica statistica del braccio della morte, ma approfondisce anche i problemi di fondo all'interno del sistema di giustizia penale del Pakistan che perpetuano l'uso della pena capitale", è scritto nel comunicato.
Il Pakistan è stato classificato come "uno dei maggiori utilizzatori della pena di morte a livello mondiale", il che è una "statistica che fa riflettere" e che evidenzia "l'urgente necessità di riforme", secondo il rapporto.
Il rapporto ricorda che il Pakistan non applica la pena di morte da dicembre 2019, ma "rimane uno dei più prolifici utilizzatori della condanna capitale, con oltre 31 crimini punibili con la morte".
Il rapporto è disponibile per l'accesso pubblico sulla piattaforma digitale della ONG.
"Invitiamo i decisori politici, i sostenitori e il pubblico in generale a trattare questi dati come parte di un dialogo più ampio sulla riforma della giustizia", ​​ha affermato la ONG. "Attraverso questo rapporto, JPP cerca di diffondere le storie individuali dietro queste statistiche, evidenziando il costo umano spesso trascurato delle esecuzioni praticate dallo Stato", ha aggiunto.

 

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