08 Ottobre 2020 :
Le Nazioni Unite il 7 ottobre 2020 hanno rivelato che alcuni dei 15 oppositori giustiziati dalle autorità egiziane con l'accusa di terrorismo, violenza e istigazione all'omicidio, sono stati torturati e non hanno ricevuto un processo equo.
Lo ha denunciato la portavoce dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Liz Throssell, riportata dall'agenzia Anadolu.
Due giorni fa, il regime di Abdel Fattah El-Sisi ha giustiziato 15 uomini a seguito delle proteste che hanno scosso il Paese dal 19 settembre.
In risposta alle critiche locali e internazionali, il Cairo di solito nega di detenere attivisti politici, sostenendo la piena adesione dello Stato alla Legge e alla Costituzione, affermando al contempo l'imparzialità della magistratura egiziana.
Throssell ha spiegato che la Commissione Onu ha ricevuto informazioni relative alle esecuzioni di 15 giovani in Egitto alla fine della scorsa settimana.
Il funzionario delle Nazioni Unite ha aggiunto: "Ci è stato riferito che alcune delle persone giustiziate sono state torturate e potrebbero non aver ricevuto un processo equo in conformità con gli obblighi dell'Egitto ai sensi del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici".
"Secondo la Commissione Onu per i Diritti Umani, l'applicazione della pena di morte dopo un processo non conforme alle disposizioni dell'articolo 14 del Patto Internazionale sui Diritti civili e Politici costituisce una violazione del diritto alla vita".
Throssell ha osservato che la pena di morte può essere applicata solo agli autori dei “crimini più gravi, come l'omicidio premeditato".
Ha invitato quindi il governo egiziano a garantire un processo equo e supporto legale per tutti i prigionieri, compresi provvedimenti di grazia e commutazione delle pene.