17 Luglio 2015 :
il Partito Radicale, “Nessuno tocchi Caino” e “Non c’è Pace Senza Giustizia” hanno proposto allo Stato italiano, in quanto tale, di essere tra i convocatori della Conferenza Internazionale su “Universalità dei diritti umani per la Transizione verso lo Stato di Diritto e l’affermazione del Diritto alla Conoscenza”, che si terrà il 27 luglio 2015 a Roma presso il Senato della Repubblica.Dopo aver acquisito il patrocinio alla Conferenza del Ministero degli Affari Esteri nel corso di un incontro che si è svolto alla Farnesina la settimana scorsa tra il Ministro Paolo Gentiloni e una delegazione radicale guidata da Marco Pannella, il Partito Radicale rilancia e popone al Governo italiano l’obiettivo più ambizioso della promozione di un’azione istituzionale volta a creare le condizioni politiche per una transizione verso la piena attuazione dello Stato di Diritto e dei Diritti Umani che veda, tra gli altri, l’Unione Europea e la Lega Araba attori attivi di questo processo.
“Attivare questo processo costituirebbe l’alternativa ragionevole e concreta, a illusorie vie meramente diplomatiche o, peggio, militariste per far fronte alle continue e gravi emergenze in atto nel mondo”, ha dichiarato il Segretario di Nessuno tocchi Caino Sergio D’Elia.
“Per questo proponiamo ai massimi rappresentanti dello Stato italiano, dal Presidente della Repubblica al Presidente del Consiglio e ai Ministri degli Esteri e della Giustizia, non solo di condividere le ragioni e gli obiettivi della Conferenza, che sicuramente condividono, ma di compiere l’atto conseguente di convocarla e di sostenerla”, ha spiegato Sergio D’Elia.
“Non sarebbe la prima volta che lo Stato italiano fa propri e porta a compimento progetti – offerti ‘chiavi in mano’ dai Radicali… E’ già accaduto per la Moratoria ONU sulle esecuzioni capitali e per l’istituzione della Corte Penale Internazionale sui crimini di guerra e contro l’umanità”, ha fatto notare il Segretario di Nessuno tocchi Caino.
“Ad oggi, però, a questa nostra proposta non è giunta risposta e ciò non mi meraviglia – ha aggiunto D’Elia – perché se di questo nuovo progetto è stata negata la conoscenza al popolo italiano, è probabile che ai suoi massimi rappresentanti, che pur lo conoscono e condividono, non sia risuonata come proposta e “notizia” degna di attenzione”.
“Il regime di ‘democrazia reale’, che connota il nostro Paese e che sta alla Democrazia come i regimi di ‘socialismo o comunismo reale’ stavano agli ideali socialisti o comunisti, ha ormai da decenni – ha concluso D’Elia – riflessi automatici: i Radicali, le proposte Radicali, perciò ragionevoli…, non devono essere notiziabili”.